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Chiesa, Simeone, Kluivert, Weah & C. Pure nel calcio tocca ai figli delle stelle

Tanti gli eredi che giocano in serie A. E c'è un Maldini all'orizzonte

Giorgio Coluccia

Nel nome del padre. Per gli anni Novanta e tutto quello che hanno lasciato, compresa la nostalgia. Nella Serie A dell'epoca giocavano i vari Chiesa, Simeone, Kluivert e Di Francesco, gli stessi che a distanza di vent'anni ammirano i figli calpestare i prati verdi del nostro campionato. Questione di dna, di geni che si impersonificano in un'eredità oppure di semplice nidiata riuscita bene. Non si discute che il carico di aspettative sia tutte le volte pesante come un macigno e che i parallelismi si sprechino. Nel tentativo di decifrare se il campioncino in erba ricalcherà le norme del babbo o addirittura se l'allievo supererà il maestro.

Tra quelli che di diritto stanno in copertina c'è Federico Chiesa, figlio di Enrico, 21 anni. Allo stesso tempo pilastro della Fiorentina, perno futuro della Nazionale e obiettivo numero uno di tante big: sembra sia sbocciato ieri intanto in Serie A ha messo insieme 91 presenze condite da 15 gol. Lui e i suoi coetanei sono nati alla fine di un'epoca che ha riservato un lascito importante, quando andavano forte i Vhs, Holly e Benji, i film di Julia Roberts, le ragazze di Non è la Rai o le intramontabili Dr. Martens.

A distanza di tempo vanno forte, o perlomeno ci provano, i figli dei paladini che furono. All'estero ha intrapreso una nuova esperienza il figlio di George Weah, Timothy, classe 2000, passato al Celtic Glasgow dopo lo svezzamento al Psg. Una scelta forte, per trovare la propria strada, proprio come la scelta della nazionale in cui giocare, optando per gli Stati Uniti dove è nato e cresciuto e scaricando la Liberia del papà, la Francia (sempre per il doppio passaporto del padre) e la Giamaica, per le origini della mamma. La bocciatura invece è stata netta per Ianis Hagi, scappato da Firenze per trovare rifugio al Viitorul, da papà Gheorghe in Romania, così come non si fanno troppi accostamenti con Oan Djorkaeff, Jonathan Klinsmann o Marcus Thuram, che però nel gennaio scorso si è preso addirittura il lusso di eliminare il Psg dalla Coppa di Lega francese.

Nel frattempo all'orizzonte si stagliano già le orme ricalcate da Daniel Maldini, nipote di Cesare e figlio di Paolo, attaccante e stella della Primavera del Milan. Ma forse è ancora troppo presto, il futuro scoprirà le carte.

Nell'attesa dei prossimi figli d'arte, che magari porteranno il cognome di Messi o Ronaldo.

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