La Nazionale fuori dal Mondiale per la prima volta dopo 60 anni e senza un ct, una Lega motore economico di tutto il movimento ancora senza governance e una Federazione divisa sul nome a cui affidare la ripartenza. Il calcio italiano si presenta così alla fine del suo annus horribilis, segnato soprattutto dalla clamorosa esclusione degli azzurri dalla prossima rassegna iridata in Russia. Le lacrime del capitano Gigi Buffon dopo il flop nello spareggio contro la Svezia spiegano meglio di ogni parola la crisi di un movimento giunto alla fine di un ciclo e incapace di trovare persone e idee giuste per uscire dal tunnel nel quale si è cacciato. Il fallimento dell'Italia ha provocato uno tsunami che ha travolto tutto il mondo del pallone: dall'ormai ex ct Gian Piero Ventura, esonerato solo dopo essersi assicurato una lauta buonuscita, fino al presidente federale Carlo Tavecchio, costretto alle dimissioni dopo aver perso anche l'appoggio della 'suà componente, quella Lega dilettanti che nell'estate del 2014 lo aveva aiutato a scalare la vetta del calcio italiano.
A chi sarà affidato il dopo Tavecchio si saprà il 29 gennaio, data dell'Assemblea elettiva della Figc decisa all'unanimità dalle componenti anche per scongiurare il rischio di un commissariamento inizialmente minacciato dal presidente del Coni, Giovanni Malagò. Sembra però ancora in salita la strada che, come auspicato da più parti, dovrebbe portare all'individuazione di un candidato unico. Le trattative proseguono fra l'Assocalciatori di Damiano Tommasi, la Lega Pro di Gabriele Gravina e la Lega dilettanti di Cosimo Sibilia: insieme, il 71% dei voti. Tre potenziali candidati alla ricerca di una difficile intesa per arrivare a un solo nome da spendere per la presidenza, magari anche con l'appoggio della Lega B del neo presidente Mauro Balata e dell'Assoallenatori di Renzo Ulivieri. E la Lega A? Difficile, almeno per ora, fare previsioni. Nella 'Confindustria del pallonè regna ancora l'impasse e senza sviluppi nelle prossime settimane i grandi club arriveranno all'appuntamento elettorale del 29 gennaio senza un presidente eletto e con lo stesso Tavecchio nel ruolo di commissario che gli è stato affidato dal consiglio federale ormai 8 mesi fa.
In attesa di sviluppi sul fronte della politica sportiva, e in attesa di conoscere il nome del ct cui il nuovo presidente affiderà il delicato compito di riportare la Nazionale al top, l'Italia calcistica si consola almeno in parte godendosi un campionato più combattuto che mai con cinque squadre (Napoli, Juventus, Inter, Roma e Lazio) racchiuse in pochi punti e tutte potenzialmente in lizza per lo scudetto. Emozioni ma anche polemiche, per lo più generate dal debutto in serie A della Var. La cosiddetta moviola in campo, promossa a pieni voti dal capo della Fifa Gianni Infantino durante la sua recente visita a Roma ("Sta andando benissimo grazie soprattutto all'Italia, gli darei un nove"), lascia tuttavia qualche dubbio per il modo in cui è stata applicata in alcuni episodi (vedi Lazio-Torino).
Resta tuttavia il successo politico della Federazione, in prima linea non solo nella sua sperimentazione ma anche nella formazione a livello internazionale degli arbitri grazie al centro che sarà inaugurato a gennaio a Coverciano sotto la guida Roberto Rosetti. Un successo bissato dalla Figc con l'assegnazione a Roma della partita inaugurale degli Europei itineranti del 2020. Nella speranza che, almeno lì, l'Italia ci sarà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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