«Ciclismo tutto da rifare Io ct meglio di Cassani...»

«Ciclismo tutto da rifare Io ct meglio di Cassani...»

Venerdì scorso ha tagliato il traguardo dei 51, ma a vederlo e a sentirlo parlare sembra sempre il solito ragazzino indemoniato incapace di tenere la bocca chiusa: ne ha sempre per tutti. È il Gino Bartali degli anni Novanta, Claudio Chiappucci, un ex ragazzaccio che si trova oggi in quell'età di mezzo che lo vorrebbe più riflessivo e posato, invece è sempre il solito "Diablo", senza mezze misure.
Claudio in questi giorni è a Las Palmas - alle Canarie - con il suo gruppo di cicloamatori. Al suo fianco, ormai da quasi due anni, la sua nuova compagna, Clementine Guillot, 26 anni, francese di Lille, laureata in web-marketing.
Tanti progetti ma nel ciclismo, per il momento, fa poco…
«Aspetto che cambi il vento, anche se la vedo dura, perché il movimento è gestito da autentici incapaci».
Non le sembra di essere un tantino esagerato? La nostra Federazione ad esempio ha appena nominato ct Davide Cassani: un uomo di tutto rispetto…
«Davide lo conosco bene: è stato anche mio compagno di squadra alla Carrera. Non ho nulla contro di lui, ma non capisco la scelta: meglio di Davide ce ne sarebbero stati tanti altri…».
Chi ad esempio?
«Io. Io sarei stato meglio di Davide. Sono ancora oggi più personaggio e più amato, per non parlare della competenza. Io nel ciclismo assieme a Gianni Bugno ho lasciato un segno profondo. O mi sbaglio?...».
Qualcuno l'ha cercata?
«Nessuno».
Secondo lei perché?
«Perché io non ho mai accettato i compromessi e quello che ho da dire lo dico sempre».
E cosa dice?
«Che questo ciclismo non mi piace neanche un po'. È noioso, prevedibile, privo di fascino e fantasia. E poi è troppo dilatato e polverizzato: chi ci capisce più niente?».
Cosa pensa della Sanremo che è tornata al percorso quasi originale, senza la Pompeiana?
«Come avrebbe detto Fantozzi: la Pompeiana è un boiata pazzesca! Le grandi classiche vanno rispettate. La Sanremo ha una metrica e quella deve rimanere. È unica nel suo genere. Classica per velocisti di fondo? Embé, se uno vuole e ha gambe e fantasia la può vincere e può far saltare il banco lo stesso. Io e Bugno siamo la dimostrazione vivente che si può».
Ma come, ora non fa altro che evocare Bugno?
«Gianni l'ho sempre stimato».
Un corridore di oggi che può far saltare il banco alla Sanremo?
«Nibali. Vincenzo mi piace molto, perché osa, ci prova sempre».
I corridori che le piacciono di più oltre a Nibali?
«Contador e Cacellara. Loro sono davvero due giganti, in mezzo a tanti nani».
Pensa che Vincenzo abbia le carte in regola per puntare alla vittoria del Tour?
«Deve sperare che ci sia tanta battaglia. Se avrà alle costole solo Froome, allora la sfida è già persa. Il sudafricano è troppo più forte di lui a cronometro ed è più forte anche in salita. I migliori alleati di Vincenzo potrebbero essere proprio Contador, Quintana, Evans, Schleck e compagnia pedalante».
Lei era un attaccante nato, ma è stato anche un corridore che ha perso moltissimo, soprattutto perché in gruppo non aveva troppi amici…
«E sono contento così. Io andavo e vado ancora oggi per la mia strada. Non ho mai leccato il sedere a nessuno per compiacerlo. Men che meno ho accettato compromessi per vincere una corsa. Sa quante me ne hanno fatte perdere…».
Quante?
«Una montagna. Anche i miei compagni di squadra.

Quelle che mi bruciano di più? Il campionato italiano a San Daniele del Friuli, dove Chioccioli, appagato per la vittoria al Giro, ha favorito Gianni (Bugno, ndr). E il campionato del Mondo di Agrigento. Mi hanno corso tutti contro: anche la nostra squadra. Altro che balle…».
Il regista era Cassani…
«Appunto».

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