Il Ct, Raspadori e il giusto copia incolla del suo Napoli

Non c'è molto da sorprendersi nel seguire i primi indirizzi dati da Luciano Spalletti alla sua Nazionale

Il Ct, Raspadori e il giusto copia incolla del suo Napoli
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Non c'è molto da sorprendersi nel seguire i primi indirizzi dati da Luciano Spalletti alla sua Nazionale. È sua da qualche giorno appena e per questo motivo c'è bisogno di orientarsi in fretta, di cogliere al volo le principali disposizioni perché la qualificazione europea non può attendere. Si spiega così il ricorso al sistema di gioco che gli è più congeniale (4-3-3), identico nel disegno a quello praticato, con successo, a Napoli. Con la differenza che gli interpreti qui sono clamorosamente diversi. E quei pochi che invece da Castelvolturno ha ritrovato a Coverciano possono fare da guida al resto del club Italia. Ogni riferimento al capitano napoletano Di Lorenzo, al portiere Meret, a Politano e a Raspadori è voluto per testimoniare che non c'è nessuna meraviglia nel vedere i suoi ragazzi fare da battistrada al gruppo. Per questo motivo, qualora al debutto in Macedonia, la stessa che impedì a Mancini di puntare allo spareggio nobile con il Portogallo di CR7 per riguadagnare un posto al mondiale Qatar 2022, troveremo Politano a destra nel tridente d'attacco, proprio come a Napoli, con alle spalle Di Lorenzo che conosce alla perfezione i tempi degli inserimenti, è scelta scontata. Con il pochissimo tempo a disposizione, e nell'attesa della seconda sfida di martedì prossimo a San Siro contro l'Ucraina, Spalletti deve puntare sugli interpreti affidabili del suo calcio, molto geometrico, e anche molto aggressivo per risultare vincente. E se, rispettando una discutibile gerarchia interna, Immobile (capitano per numero di presenze, a Coverciano vige il criterio dell'anzianità, ndr) fosse come pare il preferito sabato sera, non ci sarebbe nessuna meraviglia nello scoprire che la volta dopo potrebbe toccare a Raspadori il ruolo di falso nueve.

Il criterio è quello di sempre: il ct lo conosce benissimo, lui, il giovanotto, conosce i movimenti preferiti da Spalletti. Tanto per fare un esempio storico: nel '92, quando Sacchi subentrò a Vicini, al primo impegno propose il datato Ancelotti per guidare il centrocampo con le idee e gli schemi del ct di Fusignano.

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