Contrordine stranieri Meno e soprattutto buoni

Leggera frenata dei nostri club, grazie anche alle tre neopromosse. Da Khedira a Kondogbia: si ritorna almeno a prendere dei «big»

Contrordine stranieri Meno e soprattutto buoni

La tanto osteggiata esterofilia dei club di Serie A non accenna a placarsi nemmeno quest'anno, ma sicuramente subisce un duro colpo e fa tornare in auge i calciatori di talento di matrice italiana. Merito anche delle nuove norme emanate dalla Figc, che di fatto obbligano i club della nostra massima serie ad avere ben 8 giocatori su una rosa di 25 cresciuti nei settori giovanili nostrani; ma merito soprattutto di un modo differente di porsi da parte di diverse società italiane, che hanno compreso come sia inutile portare in Italia centinaia di calciatori dal dubbio valore tecnico.

Ad oggi, i club di Serie A hanno acquistato 29 giocatori stranieri provenienti da campionati esteri; un dato che fa da contraltare ai 25 che, invece, come Vidal e Tevez hanno eseguito il percorso inverso. Nonostante questi dati, gli stranieri nelle rose delle squadre di Serie A sono in leggero calo rispetto alla passata stagione: quest'anno rappresentano il 51,2% del totale, il 57,3% nella passata stagione.

Merito soprattutto di Carpi, Frosinone e Bologna, le tre neopromosse che essendo piene di calciatori italiani e avendo in rosa meno stranieri di Parma, Cesena e Cagliari, le tre formazioni retrocesse in Serie B, hanno di fatto abbassato il tetto di calciatori stranieri presenti in Serie A: ad oggi, infatti, sono 291, in calo rispetto ai 317 della passata stagione.

Esterofilia o meno, dunque, pare venir meno per ora il grido d'allarme lanciato a suo tempo dal commissario tecnico della nazionale italiana, quell'Antonio Conte preoccupato dal depauperarsi del patrimonio italico: «Ai tempi di Marcello Lippi e dell'Italia campione del mondo, il ct poteva scegliere tra 61-62 giocatori italiani su 100 - aveva precisato - oggi siamo a quota 33 italiani ogni 100 in media».

In realtà il ct ha un po' "gonfiato" i numeri, visto che gli stranieri come detto oggi rappresentano "solo" il 51,2%. Numeri che, però, devono comunque portare ad una riflessione: perché se è vero che sono diminuiti, in lizza ce ne sono molti altri pronti a sbarcare in Serie A. Da Quintero, prossimo all'arrivo a Bologna, a Kishna, destinato alla Lazio; e poi i vari Dzeko, Jovetic, Salah, Perisic, Walace, Gilberto e così via: facile pensare che, al 31 agosto, si possa superare tranquillamente quota 300. Ed in quel caso ci troveremmo di nuovo di fronte a numeri che farebbero gridare all'esterofilia.

Altri due, però, sono i dati da non sottovalutare in questo ragionamento: il primo riguarda la gran mole di calciatori stranieri già presenti in Italia protagonisti di trattative già concluse (ben 23, gli italiani finora sono soltanto 30) e il fatto che il livello qualitativo di chi è arrivato dall'estero è di primissima scelta: Mandzukic, Khedira, Kondogbia, Miranda e Bacca, solo per citarne alcuni, sono giocatori di primo livello, difficile trovare tra di loro i classici "bidoni", quei calciatori che arrivavano in Italia tra la perplessità generale e lasciavano il nostro paese da desaparecidos.

L'invasione straniera, dunque, prosegue senza sosta: ma per buona pace del commissario tecnico Antonio Conte a questa stregua è da considerarsi assolutamente positiva, dal momento che non può che essere uno sprone anche per i calciatori italiani chiamati a misurarsi con avversari di primissima qualità.

Aspettando che i club del Bel Paese possano presto tornare anche ad essere vincenti in Europa: l'anno scorso la Juventus ha fatto da apripista raggiungendo la finale di Champions League, non resta che seguire una strada che è già tracciata.

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