La Roma dà lezione ma l'Inter se la cava

Il gol di Destro decide la partita fra errori e un po' di spettacolo. Successo amarogonolo per Zeman, nerazzurri traballanti dietro

La Roma dà lezione ma l'Inter se la cava

Roma - Il bis sotto i riflettori tra Roma e Inter regala gol, tanti errori e un po' di spettacolo, ma anche la sensazione di un'altra serata bella solo a metà per la squadra di Zeman. La sindrome da amnesia difensiva macchia la buona partita dei giallorossi, vincenti sui nerazzurri come già avvenuto a San Siro a settembre e per la prima volta nel 2013, ma con un vantaggio risicato e con un gol al passivo che nella logica della doppia sfida di Coppa lascia apertissima la sfida di ritorno. Che si giocherà però fra tre mesi, quando nessuno forse ricorderà l'esito della sfida di ieri sera e le forze in campo potrebbero essere diverse. Succede solo in Italia.

La strada della Coppa sembrava la più agevole per i romanisti per centrare l' Europa meno nobile, considerando che quella d'élite pare un'utopia, ma dopo il risultato di ieri sera il percorso si fa più impervio. Ecco perché il bicchiere mezzo vuoto ha il sapore di amaro per la truppa del boemo che a 4 mesi dalla fine della stagione è già al tempo delle «ultime spiagge». Cambiano alcuni interpreti rispetto a domenica: Inter più prudente con una sola punta di ruolo (a detta di Stramaccioni la migliore formazione possibile), Roma in formazione quasi obbligata per squalifiche e infortuni. La notte dell' Olimpico propone un flipper ampiamente pronosticabile. I giallorossi fanno la partita e creano occasioni a iosa come già avvenuto nella sfida in campionato, con la sola differenza che la mira è leggermente più precisa. La squadra di Stramaccioni non riesce ad approfittare della superiorità numerica a centrocampo dove il trio preferito di Zeman (quello per intenderci senza De Rossi, ai box fino a febbraio) ha buon gioco pur senza stupire. La corsa di Bradley, l'esuberanza di Florenzi – ancora in gol contro i nerazzurri come a San Siro a settembre –, i cross di Piris che gode di piena libertà ma anche la verve dell'ex Destro voglioso di rivincite (bella la rete di testa) fanno la differenza anche se Totti appare stranamente impreciso nei passaggi e ostinato quando in area cerca un dribbling di troppo.
L'Inter si affida così a difesa – traballante e insicura nei primi 45' – e ripartenze, cercando di sfruttare la grinta e la strapotenza fisica di Guarin, l'unico a spaventare Stekelenburg. Tutto bene per la formazione di Zeman almeno fino a quando si arriva agli ultimi giri di lancetta del primo tempo, zona d'allarme nelle partite con l'Inter: il gol incassato da Palacio - con la retroguardia giallorossa che resta immobile sulla punizione di Cambiasso – ricorda le stesse situazioni verificatisi nelle due sfide di campionato. Colpo duro per la Roma che al rientro dopo l'intervallo non è più tambureggiante come nella prima parte e raramente arriva dalle parti di Handanovic. Ciò fa il gioco dell'Inter che pur mutando alcuni interpreti, diventa più intraprendente a sprazzi, affidandosi a qualche giocata estemporanea. I gialli a Pereira (in serata assolutamente no) e Guarin negheranno ai due il return match. La Roma commette errori in sequenza nella gestione del pallone, il nuovo entrato Ricky Alvarez è il più pericoloso e tenta di sorprendere Stekelenburg senza fortuna.


Il risultato non cambia nonostante l'ultimo tentativo interessante di Marquinho e la statistica recita che l'Inter perde in Coppa dopo un anno (è il secondo k.o. nelle ultime sedici partite della competizione). Ma alla fine il bilancio della campagna romana è sicuramente in attivo, al netto delle numerose assenze soprattutto nel reparto offensivo. In attesa di tempi migliori.

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