
Sergio Conceiçao ripete, dopo l'ennesimo inseguimento premiato dal 3 a 1 finale sul Bologna, a mò di minaccia più che di promessa («parlerò io alla fine») nonostante le parole concilianti dell'ad Furlani («abbiamo la massima fiducia nel tecnico») pronunciate in apertura. Per i prossimi tre giorni almeno sarebbe però cosa buona e giusta se rispondesse piuttosto a un paio di quesiti di natura calcistica e professionale. Cominciamo dal primo: è lecito chiedere al Milan di giocare un calcio migliore e non dover subire, per oltre un'ora, il palleggio in faccia da Pobega e Freuler che non sono propriamente Pirlo e Seedorf? Questo è avvenuto venerdì sera e l'interessato ha avuto l'onestà intellettuale di non nasconderlo confessando l'insoddisfazione per la fattura del gioco. Ma da chi dipende l'identità calcistica ora che c'è la settimana piena di allenamenti e addestramenti a disposizione? E ancora: dinanzi alle ripetute dimostrazioni di efficienza fisica e morale da parte di Santiago Gimenez, chi giocherà centravanti mercoledì sera all'Olimpico per la finale di coppa Italia? Il messicano o il suo preferito attuale Luka Jovic?
Dopo i due gol del messicano rifilati al Bologna (più un terzo in fuorigioco), il dibattito è aperto e tiene conto anche di una osservazione tecnica. Gimenez, entrato nel finale con l'altro protagonista assoluto (Chukwueze), quando il Bologna è uscito dalla partita, si è avvalso di una grande opportunità: lo spazio a disposizione per imporre la velocità, come già accaduto anche a Genova.
Attorno a questo ballottaggio, muoverà la discussione del prossimo Bologna-Milan tenuto conto che in finale Italiano schiererà almeno 5 pedine diverse e fresche (Holm, Miranda, Ferguson, Odgaard, Ndoye) e sarà un altro Bologna oltre che un'altra partita.
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