«Così aiutiamo il cliente a cambiare macchina»

Il neo membro del board bavarese: «In Germania incentivi mirati pari a 6.000 oppure 4.500 euro»

Pierluigi Bonora

Parigi Dopo aver girovagato in aziende di prestigio e con incarichi importanti, sembra proprio che Peter Nota, 52 anni, olandese, abbia trovato nell'auto, e in Bmw soprattutto, quello che ha sempre cercato. Dall'inizio dell'anno è entrato nel board del gruppo ed è a capo delle vendite e del post vendita del marchio bavarese.

Nell'auto è approdato dopo un percorso in Philips (divisione Personal Health), Unilever e Baiersdorf Ag. Dall'alimentare alla cura della persona e, quindi, alle quattro ruote. «Ha ragione - attacca il manager subentrato a Ian Robertson - mi è sempre piaciuto cambiare. E ora è giunto il momento di unirsi a una grande società come Bmw: sono entusiasta dell'automotive e delle tante sfide: l'elettrico, la connettività, i servizi. E poi il diesel. È bello arrivare con idee per contribuire ad affrontare queste sfide».

C'è una priorità?

«Visto che arrivo dall'industria del consumo, quella di aiutare l'azienda ad avere un focus migliore sul cliente e lavorare ancora di più sul brand».

Quale know how porta in Bmw?

«In Philips abbiamo fatto tantissimo in termini di digitalizzazione sia dei prodotti sia del cliente, dei contatti e delle vendite dirette. Lo stesso vale nella cura della persona, dove ho imparato molto su come usare i dati e come metterli a disposizione degli utenti per migliorare la loro salute attraverso un utilizzo migliore delle informazioni».

Il suo arrivo è coinciso con l'avvio della guerra dei dazi. E se Donald Trump li applicasse all'industria europea dell'auto?

«La buona notizia è che abbiamo un network di produzione globale che riguarda anche gli Usa. Siamo abbastanza organizzati per affrontare il caso, ma come azienda supportiamo il libero mercato e ci aspettiamo che rimanga tale per il bene del commercio e dell'occupazione».

Angela Merkel dice che non devono essere i cittadini a pagare i problemi del diesel e delle aziende dell'auto. Da qui l'idea della sostituzione gratuita dei componenti del veicolo.

«Abbiamo una posizione molto chiara: incentivare il cliente affinché entri più velocemente in possesso di auto nuove e più pulite. Bmw ha sempre fornito auto pulite e vanta una posizione un po' diversa da quella di quasi tutte le altre Case automobilistiche. Quella dei retrofit, per noi, è un'idea non percorribile. Introdurremo, in Germania, incentivi in alcune città: 6mila e 4.500 euro per un'auto nuova o già targata».

Vendere auto tradizionali, vendere auto elettrificate e in futuro quelle a idrogeno. Tutte sfide che la riguardano in prima persona.

«Importante, come nel caso di Bmw, è disporre di prodotti molto attraenti, come le vetture ibride che abbiamo in parco oggi e che stiamo lanciando. Ma è importante anche l'infrastruttura: dobbiamo assicurarci che i governi ci aiutino a costruire stazioni di ricarica per l'elettrico e bisogna togliere alla gente ogni tipo di diffidenza e il timore di restare a piedi».

Intanto i mercati viaggiano a velocità diverse.

«Dove si sono fatti grandi sforzi, l'elettrico è stato accolto molto bene; pensiamo alla Norvegia e a tutti i Paesi nordici. In Germania c'è un'enorme differenza addirittura tra le città. Amburgo è un esempio positivo: ci sono molti punti per la ricarica e così l'elettrico è penetrato bene. Pensiamo, comunque, che l'ibrido per il cliente europeo sia una sorta di transizione per passare poi all'elettrico totale. Con il nuovo ibrido di Bmw si può guidare per 80 chilometri totalmente in elettrico - è perfetto per il traffico - per poi cambiare con la benzina se si vuole andare oltre».

Arriva la nuova Serie 3 e poi c'è il ritorno della Z4.

«La Serie 3 è il cuore del brand, è compatta e sportiva ed è quello su cui si basa Bmw. La Z4 rappresenta il piacere della guida nella sua forma più pura».

Il vostro recente

profit warning?

«I fondamentali del gruppo sono profondamente sani. Le nuove norme sulle emissioni hanno cambiato i costi sul mercato europeo, intensificando la competizione. Senza contare le tensioni tra Stati Uniti e Cina.».

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