La definizione, letteraria, è stata di Adriano Galliani, assediato da cento telefonate e mille richieste di chiarimenti. «È Ulisse che ritorna a Itaca», la frase che ha confermato, in modo pubblico, l'interesse di Fininvest per tornare nel calcio ripartendo dal Monza dopo la telefonata-sondaggio di un manager effettuata qualche giorno prima con il patron del club brianzolo. A offrire la disponibilità piena a completare velocemente la trattativa ha provveduto ieri Nicola Colombo, figlio di Felice, vice-presidente in coppia con Galliani ai tempi del Monza rivelazione in B, e poi presidente del Milan della stella di Liedholm e Rivera. «Quella telefonata da un lato mi ha sorpreso, dall'altro mi ha fatto piacere perché vuol dire che in tre anni abbiamo riportato una società che non voleva più nessuno, fallita, ad avere un certo appeal», la riflessione del giovane patron del Monza che ha anche confessato la volontà di conservare, nel caso di cessione della maggioranza, una quota azionaria, specie dopo aver concluso l'accordo con il comune per il bando sullo stadio Brianteo, distante appena 2-3 chilometri dalla residenza di Arcore del Cavaliere. «Vogliamo fare qualcosa per il territorio» l'altra spiegazione ufficiosa circolata nello staff di Berlusconi.
La formula prevede la solita, collaudatissima coppia, al comando. «Quei due sono indivisibili», il commento di Ariedo Braida, un altro esponente del Milan più famoso, diventato ds con l'avvento di Fininvest nel Milan datato febbraio '86 e oggi al lavoro nel Barcellona. Con Silvio Berlusconi presidente e Adriano Galliani amministratore delegato, le ambizioni della squadra, attualmente in serie C (girone A) e che alla fine del passato torneo ha sfiorato la promozione in B, diventerebbero molto ambiziose e cioè riuscire a centrare il traguardo della serie A mai toccato in 106 anni di storia. Anzi, a onor del vero e per rispetto degli almanacchi, la promozione clamorosa venne sfiorata dal Monza nel '78 (sconfitta a Modena all'ultima giornata) e nel 79 (sconfitta nello spareggio di Bologna con il Pescara): anche allora alla guida della società c'era Adriano Galliani che si dimise da vicepresidente pochi mesi prima di occuparsi di Milan.
Pronto anche il piano tecnico che è tra l'altro un vecchio mantra del Berlusconi milanista: e cioè formare una squadra tutta italiana, con giovani dotati di talento, così come immaginò il suo Milan a fine anni Ottanta quando Arrigo Sacchi arrivò alla guida
della squadra rossonera. «Abbiamo già una formazione competitiva» l'ultimo chiarimento di Nicola Colombo. Col mercato chiuso, gli eventuali ritocchi della nuova proprietà potrebbero partire dal prossimo mercato di gennaio.
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