«La crisi del Napoli? Inventata dai giornalisti, per la maggior parte dei quali il freno a mano di questa squadra sono io». Mostra nervosismo Walter Mazzarri alla vigilia della partita esterna con il Chievo. Una trasferta che evoca brutti ricordi: in 4 viaggi al Bentegodi, per tre volte il Napoli è tornato a casa battuto (unico successo nel maggio 2010) anche se in almeno un paio di occasioni il tecnico azzurro ha utilizzato il turn over contro i veneti, pensando agli impegni europei, vedi nella passata stagione per la Champions.
Sul Napoli e su Mazzarri piovono le critiche, anche dopo l'eliminazione dall'Europa League e per un successo che manca dal 2 febbraio (successo casalingo sul Catania). L'allenatore dei partenopei, il cui futuro è ancora in bilico - ma il divorzio da De Laurentiis a fine stagione si fa sempre più probabile -, decide di ribattere basandosi sui numeri: «Siamo la squadra col migliore rendimento rispetto allo scorso campionato. Conte e Allegri sono due grandi allenatori, per i giornalisti io invece sono il problema del Napoli e se non ci fossi, probabilmente questo Napoli avrebbe già vinto lo scudetto. Dalla vittoria col Siena abbiamo fatto cinque vittorie e cinque pareggi, con una media di due punti a partita pur giocando contro squadre come Lazio, Juventus, a Firenze e a Udine. Una media più che soddisfacente che il Napoli non fece neanche quando arrivò terzo».
Quattro X consecutive e due soli gol (casuali) realizzati in campionato - oltre che il brusco stop dell'avventura europea - hanno fatto scattare il campanello d'allarme. Con un Napoli stretto tra la speranza di poter inseguire ancora la Juve e la necessità di ricacciare indietro il Milan, ora a soli due punti. «La dimensione del nostro straordinario campionato è questa, è normale che le avversarie si possano avvicinare, l'anomalia era quando stavano a sei punti di distanza - dice ancora Mazzarri -. Gli errori a favore del Milan? Dovete dirle voi queste cose, io qualsiasi cosa dica, vengo attaccato, devo pensare alla mia squadra facendo il meglio possibile. Noi cercheremo di provare a vincere le 11 finalissime che mancano».
Non lo spaventa il digiuno degli attaccanti, a cominciare da Cavani, diventato venerdì papà del secondogenito Lucas, nato in Uruguay, e a digiuno dal 27 gennaio: «In settimana l'ho visto bene, ma l' avevo visto bene anche contro la Juve. Gli è mancato solo il gol, ma come non è venuto ad altri, adesso per me andrebbe bene anche se segnasse De Sanctis. È importante che Cavani giochi e che dia l'anima per la squadra».
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