Dall'Udinese al Livorno l'Italia ha un anno in meno

Under 20 alla riscossa. In un campionato, il nostro, spesso etichettato come obsoleto e poco moderno in confronto agli altri maggiori campionati europei, qualcosa si muove. La Serie A, infatti, in queste prime 12 giornate, ha messo in mostra talenti, italiani e stranieri, in grado di ritagliarsi uno spazio da protagonisti e di giocare con continuità nonostante la giovanissima età. Basti pensare a Domenico Berardi, stellina classe 1994 del Sassuolo già acquistato dalla Juventus, a Nicola Murru, terzino sinistro di 19 anni che a Cagliari era già esploso lo scorso anno, oppure a Keita Baldè della Lazio, 18 anni e già decisivo in campionato e in Europa League. Non siamo più "un Paese per vecchi" quindi? No, è ancora presto per dirlo, ma già confrontando i dati statistici sulle età medie delle rose attuali con le stagioni passate, ci si può accorgere che, piano piano, la situazione sta cambiando. L'età media delle rose della Serie A 2013/14 è attualmente di 26,86 anni, in linea con quella dello scorso campionato (ovviamente calcolata nello stesso periodo ndr). Più bassa, però, di quasi un anno rispetto a quella del 2011/12 (27,54). Insomma, sembra che il trend stia portando le nostre società, per questioni economiche e necessarie, a ridare fiducia anche a chi non ha esperienza nella massima Serie.
Dall'Udinese al Livorno L'esempio del continuo e attento lavoro sui giovani, ormai da diversi anni, viene dato dall'Udinese, che grazie all'attento lavoro di scouting, riesce sempre a lanciare "sbarbatelli" che puntualmente si rivelano fenomeni (Sanchez, Muriel, Cuadrado sono solo gli ultimi gioielli). La rosa di Guidolin è la meno matura del nostro campionato (24,6 anni di media) e sta facendo crescere anche in questa stagione prospetti interessanti come il portoghese Bruno Fernandes, 1994 l'anno scorso in prestito al Novara, e Piotr Zielinski, 19 anni, trequartista polacco dalle indubbie qualità tecniche. La squadra che sta dando maggior fiducia ai giovani è il Livorno. Nicola ha già schierato, in ben tre occasioni, un undici iniziale con età media sotto i 25 anni. In amaranto stanno trovando spazio i tre giovani in prestito dall'Inter, Mbaye, Benassi (entrambi 1994) e Duncan (1993), più il difensore prodotto del vivaio Federico Ceccherini, classe 1992 e titolare inamovibile.
Le big ancora latitano E le squadre di vertice come si comportano? Guardando i numeri delle prime cinque della classifica, Roma, Juventus, Napoli, Fiorentina e Inter, si nota che hanno un età media di oltre 27 anni, superiore alla media europea.
Facile capire che, per adesso e per puntare in alto, i nostri top club preferiscano usato sicuro, dando l'opportunità ai giovani di andare in prestito in squadre di medio bassa classifica, per formarsi e prepararsi alla futura grande occasione.

La Juve di Conte, ad esempio, che tra le società di A è quella con l'età media più alta (28,6), fa giocare solo il diciannovenne Pogba stabilmente, mentre ha mandato i vari Beltrame, Gabbiadini, Leali in prestito o comproprietà con altri club. Le eccezioni ovviamente ci sono, da Mateo Kovacic a Ryder Matos, ma in questo momento rivoluzioni di mentalità tra le big non se ne sono ancora viste.

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