Dazn ha un merito: ha rilanciato la radio. Anzi le radio. Davanti a immagini criptate, tremolanti, a connessioni incerte, a messaggi ambigui, gli utenti della new entry nel mondo della comunicazione audio-video calcistica hanno capito che è meglio lasciar perdere, non si può vivere continuando a insultare il cielo e i suoi inquilini, non è logico fornirsi di tablet, cellulari, accrocchi di ogni tipo per vedere tutto quello che fino a qualche mese fa potevi raggiungere con una semplice antenna o una parabola. Ecco, dunque, il ritorno all'antico, alla voce, alla radio, al racconto, all'immaginazione di una azione, di un gol, di una parata però raccontata come da sempre.
Sono molti i club, e tutti importanti, Juventus e Inter per dire, che si sono affidati a una radio privata per la cronaca delle partite di Champions league, sono molte le radio che seguono le partite di campionato e di coppa e trovano ascolti mai pensati e preventivati prima dell'arrivo di Dazn, c'è sempre Radio Rai che è costretta a rivedere e correggere il proprio palinsesto trasformando Tutto il calcio minuto per minuto in Tutto il calcio giorno per giorno ma lo fa con la pacatezza di sempre, a volte ordinaria, anche se le voci storiche e la competenza appartengono al passato, a parte alcune eccezioni, rare in verità. La radio, dunque, come accade in Spagna e in Inghilterra, ritrova spazio e credibilità, in controtendenza con un mondo social che vive e lavora su internet e che rappresenta, sicuramente, il futuro della comunicazione. Ma la televisione prevede contratti e questi sono accordi bilaterali, là dove, se il servizio non venga garantito, il contratto succitato può essere rescisso. Dazn si è tutelato offrendo il primo mese gratuito ma così facendo ha realizzato un autogol colossale e buffo, incapace di ovviare ai problemi tecnici e cavandosela con una robusta campagna pubblicitaria e di propaganda mediatica, per il resto nebbia nel vero senso.
Non ha colpe, esclusive e totali, Dazn, è il sistema Italia a non essere ancora pronto per questo servizio, la velocità di connessione è improbabile, dovuta a mille fattori e imprevisti che intossicano la trasmissione di immagini e di audio. Anche Sky, contro il vento, neve e grandine si deve arrendere e, tra l'altro, ha scelto, per contrastare Dazn, la formula delle tivvù locali, commenti e cronaca in studio, senza immagini, pura blasfemia ma si deve fare cassa con sponsor e affini e dinanzi a questi anche l'osteria ha il suo valore.
La radio non ha colpi di tosse, al massimo interferenze di Radio Maria che, probabilmente, ha il segnale in diretta dal Paradiso ma la radio prosegue la sua affascinante avventura dalla galena al transistor, dalle onde lunghe a quelle medie, all'analogico, al digitale, sempre uguale e diversa da se stessa, in principio era l'Eiar con Giuseppe Sabelli Fioretti, il primo di tutti nel '28 per Italia-Ungheria, quindi Nicolò Carosio e a scendere l'hall of fame, Ciotti, Ameri, Martellini fino ai tempi nostri là dove, però, l'onda delle nuove emittenti ha permesso ai più di essere i meno, tracimando nel linguaggio e nell'enfasi, oltre a una esibita competenza, però da wikipedia. Al riguardo cito l'aforisma di un amico e collega scomparso Se la radio fosse stata inventata dopo la televisione troveremmo geniale un apparecchio che ci evita di vedere come giocano certi calciatori (Franco Rossi).
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