Al derby della Capitale piace lo zero

Un punto a testa per tenere dietro l'Inter. Sfida macchiata da insulti ad Anna Frank

Al derby della Capitale piace lo zero

Roma - Il pareggio nella stracittadina romana giocata in casa della Lazio mancava da quattro anni. Anni di magra per la Lazio che non si presentava all'appuntamento del primo derby giocato di notte dal 2013 a oggi con il morale alle stelle dopo la debacle europea. Lo 0-0 che matura al termine di 90 minuti non certo spettacolari diventa però un passaggio positivo nella volata per la Champions che verrà, sia per la truppa di Inzaghi (sempre ko nelle ultime tre sfide disputate in casa), sia per quella di Di Francesco. L'Inter resta dietro alla vigilia del turno infrasettimanale con i suoi problemi legati a un attacco diventato sterile, Lazio e Roma si accontentano limitandosi a muovere la classifica in maniera simile ai nerazzurri.

La stracittadina della Capitale numero 170 è sicuramente figlia della settimana di coppe. Con la pancia piena la Roma, dopo l'impresa con il Barcellona e una piazza di fede giallorossa più preoccupata di assicurarsi un tagliando per la doppia sfida con il Liverpool. Con voglia di rivalsa la Lazio, che al momento appare però in riserva dal punto di vista delle energie psicofisiche. Ne viene fuori una sfida con scarse emozioni e un agonismo nemmeno tanto sfrenato, che diventa calda solo nel finale quando Radu rimedia la seconda ammonizione lasciando la Lazio in dieci e costringe Inzaghi a togliere Immobile per coprirsi ed evitare guai. Le cose migliori si vedono proprio dopo il rosso al difensore rumeno, se è vero che El Shaarawy, l'unico cambio della gara a dare qualcosa in più, dovrà immolarsi per impedire il gol a Marusic, Strakosha volerà in maniera plastica per deviare la zuccata di Dzeko che sempre di testa centrerà la traversa e poi farà venire i brividi al portiere laziale con un tiro dal limite. Fino al numero tentato da Milinkovic-Savic da centrocampo pochi secondi prima del fischio finale di Mazzoleni.

Al netto dell'indisponibile Florenzi, la Roma è la stessa per uomini e modulo di quella che martedì ha scritto la storia. Inzaghi cambia invece solo due elementi della Lazio uscita con le ossa rotte dalla trasferta europea di Salisburgo (Marusic e Felipe Anderson al posto di Basta e Luis Alberto). Primo tempo di studio, con i biancocelesti a fare la partita e i giallorossi ad attendere. Poche le occasioni da rete, anche perchè Leiva - condizionato anche da un giallo dopo dieci minuti - è schiacciato dagli avversari diretti. La Lazio va a fiammate e non riesce mai ad alzare il ritmo, Immobile finisce puntualmente oltre la linea dei difensori, così la Roma ha buon gioco a controllare le operazioni e addirittura costruisce la migliore azione del primo tempo, al termine della quale Bruno Peres colpisce il palo.

La ripresa è giocata al piccolo trotto e con un canovaccio simile a quello dei primi 45', ma la Lazio non pare avere la forza per prendersi la sfida e la Roma, perso Manolas per un guaio muscolare, sembra accontentarsi. Poi il finale già raccontato che però non cambia l'esito. Roma e Lazio terze a 61 punti con i giallorossi in vantaggio per gli scontri diretti, in una volata con l'Inter che durerà fino alla fine. Ma che per la truppa di Di Francesco avrà anche il piacevole intermezzo di Champions.

Prima del match alcuni ultras della Lazio hanno dato vita a una parata con cori antisemiti su Anna Frank e saluti romani mentre la polizia ha dovuto evitare scontri quando un gruppetto di tifosi della Roma ha iniziato a sbeffeggiare chi

in auto passava con bandiere biancocelesti. Segnalata infine un'auto di tifosi della Lazio con all'interno spranghe e bastoni nel parcheggio dello stadio Flaminio: 13 i supporter biancocelesti controllati e identificati.

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