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Il derby del Mar Rosso ci salverà dalla nostalgia?

Dal sito de il Messaggero
Dal sito de il Messaggero

Non se ne parlava sui mezzi pubblici, nessuno ha chiamato, non si è acceso il dibattito sul sistema di gioco di Panama, né vedremo le paginate sulla storia del Canale, da Teddy Roosvelt a Noriega. La foto che lo annunciava, ieri, non era quella di Putin al Cremlino ma quella di Ventura a bagnomaria nell'Oceano Indiano. Il commissario tecnico che non ci ha portato in Russia è andato il più lontano possibile per sfuggire alla sindrome da assenza, nel giorno del sorteggio, il primo del Mondiale senza l'Italia. In altri tempi avremmo trepidato per conoscere il nostro destino, pronti a sostenere che il passaggio da Blatter a Infantino non ha eliminato il trucco delle palline fredde e calde nell'urna. Avete visto chi ha preso la Russia? Ventura avrebbe potuto anche restare, la nostalgia del Mondiale, qui, non ce l'ha più nessuno.

Magari, a giugno, guardando qualche partita interessante della fase a gironi, il derby della penisola iberica Spagna-Portogallo o quello del Mar Rosso, Arabia Saudita-Egitto, proveremo una vaga forma di rimpianto, ma senza coinvolgerci emozionalmente. Nessuno incassa i disastri come noi, anche peggiori di questo. L'indignazione è durata il tempo di dare al popolo le libbre di carne che invocava. Via Ventura e Tavecchio, ci siamo accomodati altrove. Al sorteggio, negli occhi di Putin e degli immancabili Maradona e Pelé, cercavamo di leggere la malinconia per l'assenza dell'Italia. Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto Totò. I primi a non essere malinconici siamo noi. La delusione è stata intensa, ma breve.

E adesso scusate ma devo andare, tra poco comincia Napoli-Juventus.

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