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Il Milan s'illude di rigore. Gol, espulsione e assedio

Avanti dagli 11 metri al 3' con Menez e in dieci al 48' per il rosso a De Sciglio. Il pari del Torino ancora su corner

Menez segna su rigore
Menez segna su rigore

Toro sprecone, Milan provinciale. La sintesi finale è un pareggio che sta stretto, molto stretto, alla squadra di Ventura, capace solo di rimediare la miseria di un golletto (il solito Glik, il migliore bomber del gruppo) per raggiungere il Milan sgabbiato via su rigore con Menez e rimasto in dieci per tutta la ripresa. Ma quello del francese è stato l'unico lampo rossonero in una serata dominata più dalle prodezze di Diego Lopez, il portiere che ha tenuto in vita il vantaggio fino alla fase finale e dalla tenuta di qualche esponente, Rami, De Jong. Se è possibile trovare un pregio, tra i cento difetti di questo Milan, è proprio questo: in dieci è riuscito a difendersi con i denti e con le unghie, come può capitare solo a una provinciale, consapevole dei propri, clamorosi limiti. Ma così il terzo posto può trasformarsi in un inganno.

Una fiammata prima di ripiombare all'inferno. Come col Sassuolo martedì, solo che questa volta la partenza è durata appena 3 minuti. Per il Diavolo, il povero Diavolo di questi tempi, l'illusione del vantaggio (strappo di Menez in mezzo a tre granata, rigore doc, palla sotto la traversa, 9 reti del francese) è l'inizio di stenti, errori ed omissioni con una striscia di sofferenze indicibili culminate con l'espulsione (doppio giallo) di De Sciglio poco prima dell'intervallo. Neanche se restituito al suo ruolo naturale di terzino destro, il ragazzo è riuscito a ritrovare un po' di smalto: ha sofferto Darmian che non è un attaccante di mestiere fino a rimediare due gialli in meno di 50 minuti, forse abbiamo sbagliato giudizio complessivo sul suo conto. Il Toro ha preso la partita di petto provando ripetutamente a rimediare: ha attaccato come sa fare ma si è imbattuto nel migliore dei milanisti (Diego Lopez prodigioso), oppure è stato respinto dal palo (Darmian) o ancora ha sfiorato (Glik e Moretti) il bersaglio e non c'è da chiedersi in quale modo perché la risposta è scontata. Sempre su calcio d'angolo. È un peccato che Niang (partito bene) debba farsi da parte (inevitabile l'arrivo di Abate dopo l'espulsione di De Sciglio). Fa notizia, oltre all'involuzione di tutto il gruppo, anche qualche comportamento censurabile: Muntari, sostituito, e a ragione (ha rimediato il solito giallo con una di quelle entrate sulle caviglie altrui), ha fatto uno show lanciando bottigliette, tuta e qualunque oggetto trovato in panchina. Altro numero da valutare: con quella di De Sciglio ieri sera, sono diventate sei le espulsioni in partita, in meno di un girone, troppe, conseguenza di una pessima applicazione del pressing. Inevitabile il pareggio, meritatissimo, guadagnato dal Toro dopo un assalto cieco e anche un po' sfortunato, scandito dall'arrivo di una serie di cambi decisi da Ventura per trovare il varco utile. Per la cronaca: il pareggio di Glik è maturato dall'ennesimo calcio d'angolo. Inevitabile il pari granata nonostante il terzo cambio di Inzaghi (Alex al posto di Menez) immaginando di difendere meglio moltiplicando le sentinelle dell'area di rigore. Il terzo posto è sempre più lontano. Mentre il Toro è alla ricerca di qualche gol in più.

Maxi Lopez e Ilicic forse possono bastare.

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