Il "dott" Marotta agli studenti: "Siate ambiziosi mai arroganti"

Ansa
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Non sarà lo stay hungry, stay foolish di Steve Jobs, ma anche Beppe Marotta ha una ricetta per gli studenti. Quelli di Milano Bicocca, dove ha ricevuto la laurea magistrale honoris causa in Marketing e Mercati globali: "Fatevi sempre accompagnare dalla passione. Non abbiate mai paura di essere ambiziosi, ma non siate arroganti. E abbiate perseveranza". Un po' la ricetta che lo stesso presidente dell'Inter ha seguito nei suoi di 50 anni di vita e carriera.

Non è un caso che la lectio magistralis del neo dottor Marotta sveli nel titolo il filo rosso di una vita: "Un campo, due partite: il calcio e la mia storia". Parte dal futuro, Marotta, prima di riannodare i fili del passato: "Sono molto soddisfatto di Chivu: ha un metodo di lavoro moderno ed è intelligente", spostandosi fuori dal campo per dire che "Milano non può rischiare di non avere uno stadio, San Siro è stato un contenitore di emozioni ma non rispetta più le esigenze attuali. Dal 2011, dopo l'inaugurazione dello Juventus Stadium, guarda caso vincemmo 7 scudetti di fila", spiega, tralasciando i 2 che sarebbero arrivati dopo le sue dimissioni. Lo dice ripercorrendo i momenti topici della propria carriera, fatta di 9 scudetti, 7 Supercoppe italiane e 4 finali di Champions giocate. "Tutte perse, purtroppo", indica con il pollice verso e il sorriso. "Perché in Italia non esiste la cultura della sconfitta". Ad ascoltarlo ci sono Adriano Galliani, Guido Borghi, Ariedo Braida, Giovanni Carnevali e Luigi De Siervo.

Il passato è un insegnamento: "La Superlega fu un grido di allarme, oggi la Champions dà più ossigeno alle società e noi ci avviciniamo a un bilancio sostenibile, speriamo non solo legato ai soldi della Champions", per l'oggi e per il domani, perché "20 squadre in A sono troppe". E poi: "Adesso 12 proprietà di A sono straniere e dico menomale. Ben vengano i fondi: Oaktree ha investito 100 milioni per Pinetina e Interello e sì, è in linea con il mecenatismo".

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