E Di Francesco riparte dal finale

Giallorossi maghi delle rimonte: «Chi non ci crede può starsene a casa»

E Di Francesco riparte dal finale

nostro inviato a Liverpool

Un timido sole e un forte vento accompagnano la partenza della Roma da Liverpool. Facce stanche, delusione mitigata dal finale inatteso che darà un significato vero alla gara di ritorno, ma anche la consapevolezza di aver rischiato un ko che sarebbe passato alla storia in termini negativi come quelli di Manchester, Barcellona o con il Bayern all'Olimpico. Cinque gol la Roma non li incassava dalla notte al Camp Nou del novembre 2015 quando Messi e Suarez mostrarono l'abito migliore e non quello sdrucito e incolore dell'ultima apparizione all'Olimpico.

La truppa di Di Francesco arrivava nella terra dei Beatles con la giusta fiducia, ma una volta sbattuto il muso contro la Storia, intesa come Anfield Road e il Liverpool, stava per uscirne con la testa annebbiata e lo sguardo basso. Insomma, come un pugile suonato dai colpi e dalla superiorità dei Reds. Ma siccome alla storia ci si può ribellare, ecco i due gol di Dzeko (quarto centro consecutivo in Champions) e Perotti che hanno riportato un lieve sorriso a Trigoria. Il titolo in Borsa è crollato fino all'8 per cento, 8 sono i milioni di spettatori che hanno seguito in chiaro (su Canale 5) la notte di Liverpool e in casa giallorossa credono in un altro miracolo («chi non lo fa, stia pure a casa mercoledì prossimo», così Di Francesco). Fazio parla di «guerrieri pronti a lottare su ogni palla fino all'ultimo secondo», capitan De Rossi chiede una rimonta per la gente romanista che ha fatto ore di fila per assicurarsi un posto ad Anfield e uno all'Olimpico il 2 maggio, sui social i tifosi incitano a non mollare. Arrivati fin qui, sarebbe assurdo darsi già per spacciati. Anche se l'effetto Salah, che fra sei giorni tornerà da avversario a Roma, è stato devastante. «Ho venduto l'egiziano per i vincoli imposti dall'Uefa, se non l'avessi fatto non saremmo riusciti a conquistare una semifinale di Champions», l'ammissione amara del ds giallorosso Monchi. Costretto a cedere per 50 milioni un calciatore che ora ne vale tre volte di più e rincorre il prestigioso Pallone d'Oro. La stampa inglese continua a esaltarlo, lui ringrazia la Roma di averlo fatto crescere. «Salah lo conosciamo bene», aveva sottolineato Di Francesco alla vigilia. «Pensa se non fosse stato così...», l'ironia più pungente in rete.

Ma la rimonta è davvero possibile? Le ultime uscite del Liverpool parlano di una squadra dal pacchetto offensivo micidiale, ma anche a serio rischio rimonte: incredibile quella del City che stava per compromettere la vittoria dei Reds, clamorosa quella del Wba, fanalino di coda della Premier, che ha fatto arrabbiare Klopp e ha tolto tre punti a Salah e compagni nella corsa alla prossima Champions, un campanello d'allarme anche il calo di tensione contro i giallorossi che tiene viva la fiammella della qualificazione. La disabitudine a difendersi degli inglesi può essere un punto a favore della truppa di Di Francesco: la Roma ha già rimontato all'Olimpico Shakhtar e Barcellona, squadre che hanno però caratteristiche molto diverse rispetto ai Reds, che esprimono leggerezza, forza e velocità. E poi Dzeko sembra essere ispirato ogni volta che calca le scene europee.

Bisognerà lavorare sulle cose che non hanno funzionato nella notte di Anfield: troppi duelli persi, troppi rischi corsi e pagati, la mancata intensità nella parte centrale del match. L'approccio era stato giusto, peccato non aver dato continuità alla prestazione, anche per merito di un Liverpool scatenato.

C'è quindi da chiedersi quale sia la vera Roma,

bellissima in certi momenti, inguardabile in altri. Eppure sono gli stessi uomini, la stessa squadra, lo stesso allenatore. Quello che ora dovrà studiare bene le mosse per centrare un nuovo miracolo. Salah permettendo...

MDD

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