Giorni surreali. Quelli vissuti dal calcio italiano. Che un po' matto lo è sempre stato, ma che ultimamente sembra avere perso quel po' di bussola che era rimasta. È successo un po' di tutto, in effetti. Senza un esempio positivo che fosse uno, a ben vedere. Scene isteriche, ribellioni, ammutinamenti, aggressioni e via di questo passo. Un mondo nevrotico, sull'orlo di una crisi di nervi. E magari già oltre.
Con Ronaldo - numero uno o due del mondo: cosa cambia? - a dare il cattivo esempio uscendo dal campo senza rispettare l'allenatore: pessimo messaggio, da qualunque lato lo si guardi, lanciato ai milioni di fans che lo seguono e lo idolatrano. Tra questi, milioni di ragazzini e adolescenti: i quali magari nei prossimi giorni saranno tentati dall'imitarne non un gesto tecnico, ma la maleducazione ostentata da parte di chi ieri, in attesa di scendere in campo per le gare valide per la qualificazione agi Europei, si è allenato regolarmente con il Portogallo.
Non che, in quanto a bon ton, avesse fatto meglio pochi giorni prima Antonio Conte, sfogatosi platealmente davanti ai microfoni accusando il proprio (munifico) datore di lavoro: in una qualunque azienda del mondo reale' sarebbe stato messo alla porta. Nel calcio, no. Insomma: beato lui, lautamente pagato (11 milioni l'anno) e nemmeno rimproverato in pubblico da Marotta.
E c'è stato parecchio altro. I buu razzisti contro Balotelli, per esempio: impossibile dimenticarli, così come sono state pessime le reazioni giustificative' del sindaco di Verona e di alcuni politici di spicco. Risultato: le solite frasi fatte, una squalifica parziale della curva del Bentegodi e nulla di davvero concreto all'orizzonte. Tra qualche giorno/settimana, saremo di nuovo punto e a capo.
Sono stati anche i giorni della sceneggiata napoletana: il padre padrone De Laurentiis spedisce tutti in ritiro, Ancelotti risponde «obbedisco, ma non condivido», i suoi giocatori prima lo seguono e poi - dopo la partita di Champions - se ne tornano a casa con aria strafottente. Di lì in avanti, altra escalation di comportamenti decisamente non oxfordiani: insulti social alla moglie di Allan, ladri nell'abitazione, bambini spaventati (e ci mancherebbe), furto con scasso all'auto di Zielinski e clima a dir poco teso. Al punto che, con i mariti in giro per il mondo causa nazionali, alcune mogli dei calciatori hanno preferito lasciare le rispettive abitazioni per rifugiarsi altrove. Mentre il Daily Mail scrive che la famiglia Al-Thani sarebbe pronta a investire 560 milioni per acquistare la maggioranza del club (per ora nessuna apertura di ADL).
In un panorama del genere, va registrato anche il «no grazie» di Luca Gotti. Pronunciato quasi sottovoce. Comunque con classe. Via Tudor, l'Udinese gli ha chiesto di prenderne il posto abbandonando il posto di vice: lui ha accettato temporaneamente, battendo il Genoa in trasferta e pareggiando in casa contro la Spal.
I Pozzo gli hanno proposto di arrivare fino a fine stagione, lui continua a pensare che sarebbe meglio tornare nell'ombra: contro la Samp, però, la panchina sarà ancora sua. «Obbedisco», ha risposto educatamente. Almeno lui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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