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El Shaarawy tifa Balo: "Fra i più grandi del mondo"

Il Faraone sull'ex compagno: "Quando è arrivato ho avuto un calo mentale, mi sono perso per colpa mia". Tutto bene con Inzaghi e Conte: "Grandi motivatori"

El Shaarawy tifa Balo: "Fra i più grandi del mondo"

Promossi tutti e due. Ovviamente i suoi allenatori. Lo dice con una battuta sola. «Sono due motivatori, due vincenti». E loro? Conte e Inzaghi ci credono, se lo coccolano, lo vogliono veder grande in tutti i sensi. Fiducia non incondizionata, ma apertura di credito. Il Faraone del Milan spera di essere tale anche in nazionale. Il mondo è cambiato, il vento delle crisi si è allontanato. Stephan El Shaarawy è tornato: nel Milan ed anche in azzurro. «Più motivato, più carico e più maturo», dice lui che conosce il percorso tortuoso e difficile intrapreso nell'ultimo anno, dopo quella pioggia di gol(16) segnati a cavallo del 2013. «Sono stati mesi difficili, ho sofferto anche per l'esclusione dalla rosa della nazionale per i Mondiali». Problemi? Personali, calcistici, magari quel Balotelli? No, Mario no. Va salvato dalle accuse. Il Faraone si carica le colpe come un ragazzo serio. «Nel Milan quando è arrivato Balotelli la squadra ha cambiato modo di giocare. A lui piaceva scendere a prendere palla. Ma la colpa del mio calo non è da imputare a nessuno. È stato un calo più mentale che tecnico, a 20 anni può succedere. Con Mario ci siamo sentiti al telefono, gli ho detto in bocca al lupo per la sua avventura al Liverpool. Lui mi ha fatto i complimenti per la mia partita con la Lazio. Spero che abbia fatto la scelta giusta, avrà avuto le sue buone motivazioni per cambiare. E spero anche che possa dimostrare tutte le qualità che possiede, perchè Balotelli è uno dei migliori attaccanti del mondo».

Ora il Faraone è libero: di giocare, segnare, credere al futuro azzurro. Conte glielo ha fatto capire. «Il ct è stato chiaro con noi sin dall'inizio. Nessuno è escluso e nessuno è sicuro del posto in squadra. Ha messo tutti sullo stesso piano. Quando Conte è venuto a Milanello mi ha chiesto dove preferivo giocare. Gli ho risposto che avrei potuto giocare sia come seconda punta che come quinto uomo di centrocampo, sulla fascia, come accade al Milan».
Milan e nazionale: se El Shaarawy filasse felice tra gol e buone partite, sarebbe un bel regalo per il calcio italiano. Ce la farà? Ci proverà. «Inzaghi mi consiglia come quando era giocatore, eravamo compagni di squadra», ricorda. «Conte, come Pippo, cura l'aspetto mentale e lavora sulla testa dei giocatori». Poi ci vogliono cuore e ambizione. A che punto siamo? «Il mio obiettivo di club è arrivare in doppia cifra come realizzatore, quello di squadra è un posto tra le prime tre. Il campionato italiano? È fondamentale dare spazio ai giovani, l'importante è che tutti i club seguano la stessa strada». Già sentito. Solita litania del nostro pallone.

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