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Un Europeo da disastro e un ingaggio da re. Il paradosso Calhanoglu

Protagonista negativo nella pessima Turchia. Cercava il rilancio, ha trovato 5 milioni...

Un Europeo da disastro e un ingaggio da re. Il paradosso Calhanoglu

Hakan Calhanoglu è entrato nell'Europeo senza squadra ma con mille aspettative e ne è rapidamente uscito come simbolo della peggiore tra tutte le nazionali (zero punti e 1 solo gol segnato in 3 partite), ma buon per lui con un nuovo e più ricco contratto. Futuro assicurato per 3 stagioni, ancora a Milano, ma nell'Inter, che gli dà quanto non ha voluto dargli il Milan (5 milioni netti a stagione) e in più paga al suo agente 3 milioni e mezzo di commissione. Sommata, al lordo è un'operazione da più di 30 milioni di euro. Almeno per qualche giorno, Marotta non ripeterà il ritornello che il calcio costa troppo e il sistema va riformato. Del resto stiamo sempre parlando del club che anziché aprire la porta e salutare l'allenatore che alza la voce e sceglie di non rispettare il contratto, gli paga 7 milioni e quasi gli chiede scusa. Follie.

Sbarcato lunedì sera a Milano, ieri Calhanoglu ha fatto le visite mediche e poi firmato il contratto nella sede nerazzurra. Era già stato proposto a Conte, a marzo, che però disse no. Inzaghi invece è contento, oppure non lo è e non sapremo mai, ma si fa andare bene un giocatore che gli schemini estivi, spesso fuorvianti, destinano a prendere il posto di Eriksen. Eppure si tratta di 2 giocatori completamente differenti, un architetto (nell'Inter utilizzato da carpentiere) e un pittore (che nei 4 anni di Milan si è però spesso sbrodolato sui piedi). Purtroppo, forse non sapremo mai come Inzaghi avrebbe impiegato Eriksen, di certo non si può pensare che Calhanoglu possa adattarsi a fare il lavoro sporco.

È appurato che il Milan abbia saputo dai media dell'accordo Inter-Calhanoglu. Con mossa inelegante né il giocatore né il suo agente Stipic hanno sentito il dovere di avvertire Maldini o Gazidis. Solo di ieri un post di ringraziamento ai rossoneri via social, accompagnato poi da enfatiche parole di buoni propositi: «Sono in un club top, vogliamo rivincere lo scudetto», dimenticando che lui il titolo in realtà lo ha appena perso. In 4 anni, Calhanoglu ha giocato 135 partite di campionato col Milan, segnando 22 gol, ma forse solo nella prima parte dell'ultima stagione ha veramente convinto nel ruolo che Pioli aveva finalmente disegnato per lui. Positivo al Covid a inizio gennaio, dacché è tornato in campo non ha mai ritrovato il passo dell'autunno e la triste declinante parabola ha abbracciato anche le 3 partite appena disputate con la Nazionale. Tetto degli ingaggi a parte, è possibile che il Milan non si sia spinto fino ai 5 milioni pretesi dal giocatore, soprattutto per la sua discontinuità. Marotta l'ha invece accontentato, il campo dirà chi ha avuto ragione.

Nel frattempo, dal mondo finanziario rimbalzano voci sempre più preoccupanti sulla salute del gruppo Suning (e per conseguenza sui conti dell'Inter, che in un paio d'anni potrebbe finire senza colpo ferire nella pancia del fondo Oaktree, cui ha appena strappato il prestito per sopravvivere, per quanto al 9% di interesse). Anche per questo, il gruppo di tifosi vip che fa capo all'economista Carlo Cottarelli, venerdì lancia sul web un sondaggio-questionario per capire se il popolo nerazzurro, italiano ma non solo, è pronto all'azionariato popolare.

Finora ne hanno parlato in tanti e non ci ha mai provato nessuno. Ci riuscirà l'Inter?

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