Gli ex gas man fanno marketing e puntano all'élite europea

Si scrive Zenit, si legge Gazprom. Oppure, se volete, Cremlino, tanto non cambia nulla. Se per gli sceicchi le squadre di calcio sono giocattoli, per i leader della Russia Vladimir Putin e Dmitri Medvedev lo Zenit è uno strumento di marketing.
E la Russia paese organizzatore dei Mondiali del 2018 ha tanto bisogno di proiettare la miglior immagine possibile di sé all'estero, specialmente quando il calcio nel paese è ancora identificato dalle distanze siderali che separano le città, dalla carenza di infrastrutture fuori dai grandi centri e da un campionato che assomiglia a un parco divertimenti per oligarchi annoiati.
Lo Zenit è la chiave di volta per entrare nell'elite d'Europa.
Ma una strategia di marketing efficace necessita robusti investimenti, e chi meglio della Gazprom - 176 miliardi di euro di valore, 330mila dipendenti, 60 società satellite, una banca e una compagnia area di proprietà - può garantire un costante flusso di denaro in entrata?
Del resto tra il colosso del gas e il Cremlino la simbiosi è evidente; l'ex presidente russo Medvedev ha presieduto per anni il CdA della Gazprom, mentre l'attuale boss dell'azienda Viktor Zoubkov è stato Primo Ministro della Russia.
Lo stesso Medvedev è l'artefice dell'accordo di sponsorizzazione che nel 2005 ha unito lo Zenit e alla Gazprom.
Da quel momento i soldi non sono più stati un problema per quello che paradossalmente era sempre stato un club a forte connotazione operaia.
Per la vittoria in campionato nel 2007 i giocatori ricevettero 500mila euro di premio a testa; la stessa cifra fu corrisposta per il successo in Coppa Uefa, e altri 400mila euro vennero elargiti dopo la conquista della Supercoppa.
L'ultima operazione, in attesa del completamento nel 2014 della Gazprom Arena (cifra stimata: 1.1 miliardi di euro), è andata in scena lo scorso lunedì 3 settembre, con l'acquisto del brasiliano Hulk dal Porto e del belga Axel Witsel dal Benfica.
Costo totale dell'operazione: 80 milioni di euro.


La sera stessa il direttore generale dello Zenit Maxim Mitrofanov si è sentito in dovere di diramare un comunicato ufficiale nel quale dichiarava che «l'operazione è stata finanziariamente sostenuta dal solo Zenit». Cabaret puro.

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