Forse, tra qualche settimana, bisognerà segnare sul calendario del Milan cinese la data del viaggio a Cagliari, domenica 21 gennaio dell'anno d'indecifrabile grazia 2018. E non solo perché il successo di ieri sera gli ha consentito di sorpassare in un colpo solo tre squadre in classifica e di vincere, per la prima volta, in rimonta dopo aver patito in circostanze del genere umilianti sconfitte. Conferma solenne quest'ultima del temperamento mostrato dai rossoneri, merito sicuro del giovanissimo tecnico, Rino Gattuso rimasto alla fine senza voce e anche con qualche capello bianco in più per quel colpo di testa di Pavoletti che al 95' ha sfiorato il palo scoperto di Donnarumma. Dev'essergli passata davanti agli occhi la beffa patita a Benevento col gol di Brignoli, il portiere autore dell'incredibile 2 a 2. Adesso è diventato un Milan che ha un'anima oltre che una decente condizione fisica e, specie nella prima frazione, un promettente copione calcistico.
In salita è cominciato il viaggio in Sardegna, ieri spazzata da un vento perfido che ha soffiato alle spalle del Milan all'inizio. Appena Barella, grazie a un rimpallo, si è infilato in area di rigore, Donnarumma è andato incontro al suo sfondone, regalando al Cagliari l'inatteso vantaggio. Sul punto c'è da dire che a giudicare dalla resa dei due giovanissimi portieri, beh il fenomeno è apparso Cragno, fiorentino di Fiesole, classe 1994, autore di un paio di strepitosi interventi (su Kessiè e Bonaventura) da meritare applausi a scena aperta.
Dinanzi a quella falsa partenza, il Milan di Gattuso, geneticamente diverso da quello di Montella, non ha perso la testa né si è afflosciato come un sufflè. Cinque-dieci minuti di tormenti e poi tutti ai remi per risalire la china, operazione meritata e perfettamente riuscita nel finale della prima frazione quando Ceppitelli ha steso brutalmente Kalinic in area e più tardi quando il triangolo Calabria-Kalinic-Kessiè è stato chiuso dall'ivoriano con una stoccata di destro che ha rimesso in sella il Milan e lo stesso Gattuso. A quel punto Cragno aveva già salvato la pelle dei suoi con una spettacolare striscia di parate e uscite coraggiose sui piedi di Kalinic.
Non sono certo finiti all'intervallo i guai del Milan. Perché dopo Donnarumma è intervenuto Rodriguez a complicare il lavoro dei suoi sodali. Lo svizzero, poco incline a difendere, si è guadagnato un paio di cartellini gialli e ha lasciato colpevolmente in dieci i rossoneri negli ultimi dieci minuti, la decisiva periferia della sfida. Ecco: in quella circostanza la tenuta difensiva del Milan ha dato prova di grande affidabilità per merito della coppia centrale Bonucci-Romagnoli, i quali hanno lavorato di mestiere e anche di abilità accettando i duelli fisici in quota e recuperando un numero provvidenziale di palloni. Col passare delle settimane, il recupero crediti del Milan cinese è iniziato.
Kessiè ha preso a brillare, Kalinic ha mancato il sigillo ma ha dato un contributo decisivo alla causa, Biglia è uscito dal guscio, dietro si è recuperata la statura che tutti hanno sempre riconosciuto a Bonucci. È stato un piccolo segnale, il primo. Gli altri arriveranno dai prossimi 42 giorni lungo i quali ci saranno le 11 sfide previste dal calendario. E lì capiremo il destino del Milan e il talento del suo tecnico.
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