"Al Foggia non vogliamo l'allenatore stupratore"

La rivolta social dei tifosi del club dopo le indiscrezioni sull'arrivo di Amantino Mancini

"Al Foggia non vogliamo l'allenatore stupratore"

Non è ancora seduto sulla panchina del nuovo Foggia (serie D dopo la retrocessione dalla B) e ha già provocato un tumulto di piazza. Si tratta di Alessandro Faioli Amantino meglio noto come Mancini, ai tempi stella di Roma, Inter con un brevissimo e anonimo passaggio al Milan di Ronaldinho, scelto (manca però il comunicato ufficiale) dalla nuova proprietà per guidare la squadra. Il motivo non è calcistico. Il brasiliano, nel 2011, venne condannato in 1° grado a 2 anni e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale e lesioni personali nei confronti di una connazionale conosciuta a casa Ronaldinho nel 2010. La rivolta, sul web, è stata immediata. «Avete già perso due abbonamenti» ha scritto uno dei tanti tifosi sulla pagina Facebook di Foggia calcio 1920, data simbolica che evoca l'arrivo dei cento anni di storia. Roberto Felleca, imprenditore sardo, che da qualche giorno ha ricevuto dal sindaco della città Franco Landella il titolo sportivo per riportare il calcio in quella città, ha replicato vago. «Fino a oggi abbiamo esaminato i requisiti professionali di Mancini allenatore» la spiegazione. Nel merito ha preferito dribblare la questione («abbiamo avuto garanzie dal suo agente che il suo casellario giudiziario è pulito») senza arretrare rispetto alla decisione presa.

«Anche se venisse confermato che all'epoca sbagliò non si è più ripetuto» la requisitoria degna di un buon avvocato. Fine della protesta? Nemmeno per sogno. Anche perché c'è chi sospetta che l'arrivo di Mancini serva a coprire l'allenatore di fatto, Ninni Corda, consulente del presidente con un passato chiacchierato di tecnico.

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