La gara più bella, il risultato più brutto. Per noi

Sorpassi, controsorpassi e carenate. Vince Marquez, tensione fra Dovi 4° e Rossi 5°

La gara più bella, il risultato più brutto. Per noi

Il motociclismo è uno sport semplice. Una ventina di piloti si rincorrono l'uno contro l'altro per ventisei tornate e alla fine vince sempre Marquez. Prendendo in prestito la citazione calcistica di Gary Lineker, una frase ripresa più e più volte di questi tempi mondiali, il succo del discorso è quello lì. E cioè che Marc Marquez, in un modo o nell'altro, riesce a spuntarla sempre. In una delle gare più avvincenti e incerte degli ultimi tempi, lo spagnolo della Honda conquista il Gran Premio d'Olanda, sua quarta vittoria stagionale, davanti ai connazionali Alex Rins, a sorpresa secondo in sella a una Suzuki che qui non saliva sul podio dal 1999, con Kenny Roberts jr, e all'altro spagnolo Maverick Viñales. Insomma, la tripletta spagnola è servita. Tanto più che poteva essere poker se Lorenzo, partito a razzo dalla decima piazza e a lungo primo, non si fosse sgonfiato a metà gara. Ma nel giorno dell'eliminazione delle furie rosse ai Mondiali resta una fiesta a metà.

Ad Assen, nel parco giochi del motomondiale, o semplicemente la Cattedrale delle due ruote, il divertimento non è mancato. Come il pathos, che ha raggiunto picchi mai visti di recente. Peccato che sulla giostra vincente dell'ultimo giro non abbiano fatto in tempo a salire né Andrea Dovizioso né Valentino Rossi né la Ducati. Quanti rimpianti, però.

Sì, perché riavvolgendo il nastro della gara, in quello che Valentino ha poi definito «un Gp da testosterone», i nostri avevano tutte le carte in regola per salire sul podio; anzi, a pochi giri dal termine erano in cinque, compresi i due italiani, in bagarre per il successo finale. Ma nel concitato finale, nel tutto o niente per recuperare il gap su un Marquez in fuga, succede che un tentativo di sorpasso di Dovizioso su Valentino, in curva uno, a tre giri dal termine, mandi all'aria tutti i piani. In staccata, l'attacco del ducatista porta entrambi ad andare larghi, favorendo sia Rins che Viñales, ma soprattutto Marquez, che ringrazia e allunga in classifica a più quarantuno sui rivali. «Non è stato un sorpasso intelligente», la frecciata di Valentino, perché, spiega, «siamo entrati in curva secondo e terzo e siamo usciti quarto e sesto. Che cosa ho detto al Dovi? Ca». E aggiunge: «Peccato, perché potevamo fare uno spagnolo e due italiani sul podio anziché tre spagnoli».

Se da un lato, prosegue, dunque, il digiuno di vittorie della Yamaha, ora salito a diciotto gare di fila, dall'altro si segnala un piccolo passo indietro della Ducati. A spiegare il motivo è Dovizioso: «È stata una gara pazza, con carenate aggressive. Il bicchiere è mezzo pieno ma non sono contento perché, in questo momento, non siamo nella stessa situazione dell'anno scorso». Piccola pausa. Poi Dovi riprende il suo discorso. «La verità è che siamo veloci ma facciamo fatica quando cala la gomma posteriore». Il mantra si ripete: «Serve qualcosa in più.

Marquez non ne aveva più, ma ha creato il gap quando era il momento giusto, mentre negli ultimi otto giri ho perso la gomma dietro. La critica di Vale? Capisco ci sia rimasto male, ma chi è all'interno decide la staccata».

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