Garcia, bagno di realtà: c'è solo l'Europa di scorta

Nasri e Zabaleta cancellano i sogni Champions. Giallorossi fermi al palo Il Manchester City blocca un Totti evanescente. La resa nel secondo tempo

Nasri esulta dopo il gol alla Roma
Nasri esulta dopo il gol alla Roma

Roma - Anche per quest'anno niente en plein europeo per l'Italia. La festa in Champions la fa solo la Juventus, mentre la Roma - partita a razzo in un girone di ferro poi però rivelatosi imprevedibile - manca l'obiettivo che dopo il bel pari di Manchester sembrava alla portata della truppa di Garcia. Voleva l'exploit il tecnico francese, si ritrova invece un'eliminazione (parzialmente mitigata dal ripescaggio in Europa League grazie al contemporaneo k.o. del Cska a Monaco) che sa di beffa e non solo per quel successo buttato via a Mosca nei secondi finali. Il City, reduce da cinque successi consecutivi tra cui quello al Bayern che ha cambiato il volto del girone, si rivela squadra con il dna più europeo della Roma. Alla fine pesano gli episodi: le tre occasioni della Roma non sfruttate, il gran gol di Nasri perso colpevolmente da Keita, il palo di Manolas con la deviazione decisiva di Hart e la parata del portiere del City su Pjanic, il gol di Zabaleta sui titoli di coda che fa calare il sipario sui sogni europei della Roma. E le lacrime di Ljajic in panchina sono lo specchio della serata no.

Totti, protagonista a Manchester, scompare presto dalla partita ma è l'atteggiamento molle con il quale la Roma gioca la prima parte della ripresa e la frenesia del finale a far pendere la bilancia verso la squadra di Pellegrini.

Non doveva fare calcoli la Roma e non li fa Garcia nella scelta della formazione. Undici titolare super offensivo, orfano di De Rossi pure elogiato dal tecnico alla vigilia della sfida ma tenuto in panchina per la non buona condizione di forma. C'è Pjanic, chiamato spesso a supportare la trequarti, quasi mai però con risultati produttivi, e Keita che deve allargarsi a destra. Se fossimo nel pugilato, si potrebbe assegnare ai punti la prima frazione alla Roma, sia nel possesso palla sia nelle azioni create. Totti, dopo aver regalato un paio di palloni interessanti ai compagni, resta ingabbiato nella rete tutta brasiliana del duo Fernandinho-Fernando, Ljajic si muove molto ma viene controllato bene dagli esterni inglesi, così è Gervinho a doversi caricare il peso dell'attacco. Tre palle gol con Holebas e l'ivoriano, il City va a sprazzi con Dzeko che ingaggia un bel duello con Yanga-Mbiwa e Milner che ha la migliore occasione degli ospiti ma viene ipnotizzato dal reattivo De Sanctis. In assoluto è una partita molto tattica con le due squadre che badano a sbagliare il meno possibile.

Nella ripresa la Roma parte con il freno a mano tirato, lasciando l'iniziativa alla squadra di Pellegrini. Il ritmo resta intenso ma sono gli inglesi che, dovendo cercare a tutti i costi un gol, pressano costantemente a centrocampo non consentendo le ripartenze in velocità degli avversari e si fanno vedere spesso dalle parti di De Sanctis. Il tiro di Pjanic testa i riflessi di Hart e cerca di risvegliare i giallorossi. Il bel gol di Nasri, che festeggia la cinquantesima presenza in Champions mette in discesa il match per gli inglesi, capaci in due partite di ribaltare le sorti del girone. City avanti in Champions, Roma retrocessa nella Coppetta meno prestigiosa, ma soprattutto bocciata al cospetto delle grandi d'Europa.

Massacrata dal Bayern e quei sette gol che hanno cambiato di fatto la stagione della Roma, battuta in casa dal City cinico e più avvezzo a partite da dentro o fuori, beffata a venti secondi dalla fine da un Cska sconfitto nettamente all'Olimpico.

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