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Tra Gattuso e Gasp gli attacchi fanno scena muta

Primo atto senza gol tra Napoli e Atalanta. Tutto rinviato tra sei giorni a Bergamo

Tra Gattuso e Gasp gli attacchi fanno scena muta

Il 17 ottobre scorso, nella sfida di campionato, lo stadio si chiamava ancora San Paolo e il Napoli fece un sol boccone dell'Atalanta grazie a quattro gol segnati nei primi 45 minuti. Oggi l'impianto di Fuorigrotta porta un nuovo nome, quello di Maradona, e anche la squadra di Gattuso non è più la stessa. Soprattutto è la Dea che mostra il suo volto migliore, anche se più nel primo che nel secondo tempo: formazione veloce, con una manovra corale che coinvolge tutti gli elementi, compresi i difensori che spesso si fanno vedere nella trequarti avversaria. Alla truppa di Gasperini manca però il gol, merito di Ospina e di una difesa azzurra che regge bene, ma che nel finale prende anche le misure agli avversari. Gattuso - ai ferri corti con De Laurentiis - non può dirsi pienamente soddisfatto del suo Napoli, Gasperini recrimina per un gol cercato e non trovato. Lo 0-0 finale lascia aperta la sfida di ritorno fra sei giorni a Bergamo ed è anche sorprendente, considerando la vena offensiva e i tanti gol segnati in stagione dalle due squadre.

Napoli ancora orfano di Fabian Ruiz, sempre positivo al Covid, e soprattutto di Mertens. Protagonista sabato di una disavventura che non potrà dimenticare facilmente raccontata ieri dal quotidiano Het Laatste Nieuws. L'attaccante azzurro aveva noleggiato un aereo per andare in Belgio a curare la caviglia, ma il velivolo è finito fuori pista al momento dell'atterraggio, danneggiandosi e lasciando sul terreno diversi segni che dimostrano il rischio corso dal giocatore e di chi era a bordo con lui. Mertens, uscito illeso dall'incidente, ha iniziato la fisioterapia con Lieven Maesschalck per superare al più presto l'infortunio alla caviglia.

La difesa a tre proposta da Gattuso pensa di più a tenere la posizione e deve tenere a bada le folate atalantine, il tridente d'attacco iniziale è troppo leggero, con Lozano nel ruolo di centravanti «ingabbiato» da Djimsiti e Insigne che è spesso fuori dal gioco, preso dal centrocampo dinamico, ed è costretto ad arretrare sulla trequarti per provare a far ripartire le azioni dei suoi. L'Atalanta pressa il Napoli sin dalla fase difensiva e quando recupera il pallone, riparte al doppio della velocità rispetto a un avversario troppo scolastico e con una manovra troppo ragionata. Muriel e Zapata fanno un gran movimento dalle parti di Ospina, sempre attento quando viene chiamato in causa, e le migliori occasioni le costruiscono Toloi (l'uomo ovunque dei bergamaschi) e Pessina. Nonostante gli attacchi ripetuti, la Dea non riesce però a trovare l'acuto.

I cambi operati da Gattuso (uno forzato per la pallonata ricevuta in testa Demme, che esce dal campo stordito) ridisegnano il Napoli: Petagna centravanti puro al posto di Politano con Lozano rispostato sull'esterno, Elmas e Zielinski - che sostituisce un acciaccato Insigne - a rafforzare l'asse di metà campo. Il pallino del gioco resta all'Atalanta, i cui affondi sono però meno incisivi. Romero, in campo dopo 4 tamponi negativi (strano dopo quello positivo di venerdì...), rimedia un giallo che gli farà saltare la sfida di ritorno, Ilicic e Pasalic sono gli innesti finali di Gasperini per trovare il gol.

Lo 0-0 non si sblocca, la gara diventa sempre più bloccata con squadre corte e attente a non rischiare nulla. L'ultima carta giocata da Gattuso - inutile per la verità - è il nigeriano Osimhen.

Il risultato però è già scritto.

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