Gattuso: "Ecco gli allenatori che invidio"

L'allenatore del Milan, Gennaro Gattuso, parla della sua esperienza sulla panchina al Milan. Fiducioso di far risalire i rossoneri, si sofferma sul passato e guarda avanti con grande ottimismo

Gattuso: "Ecco gli allenatori che invidio"

Alla vigilia del compleanno per i suoi 40 anni l'allenatore del Milan, Gennaro Gattuso, ha rilasciato un'intervista esclusiva a Premium Sport. Curioso il passaggio in cui risponde alla domanda su quali allenatori senta di invidiare. Sono due, il primo è Massimiliano Allegri. "Si fa scivolare tutto addosso, può perdere anche 15 giocatori per infortunio ma non si piange addosso e gestisce il gruppo in modo incredibile. Oggi è completamente diverso, me lo ricordo da giocatore perché era il mio capitano al Perugia e pensava solo a se stesso, non aveva regole. Da tecnico è molto credibile". Poi c'è Maurizio Sarri: "Mi piace tanto vedere come gioca il Napoli di Sarri e, per come prepara la partita e vede il calcio, mi rivedo un po' in Conte anche se a me ovviamente manca ancora tanto per raggiungere certi livelli".

Ma Gattuso parla anche di altri allenatori. "Ancelotti per me non è stato solo un allenatore ma anche fratello, amico e papà: è stato tutto. Nei momenti di debolezza ci appoggiavamo a vicenda, tuttora abbiamo un rapporto incredibile". Poi si sofferma su un suo ex compagno di squadra, il brasiliano Kakà: "Dall'esterno dava l'immagine di un ragazzo tranquillo ma è uno simpatico e che sa stare al gioco". E fa un accenno su Inzaghi: "Cutrone è acerbo ma assomiglia a Pippo, ha le sue stesse movenze e il suo stesso veleno".

Questa la ricetta con cui Gattuso si dice convinto di poter rialzare il Milan: "Sto gestendo i giocatori per cercare di coinvolgerli tutti, serve dare minutagggio a tutti. L'importante è lavorare sul concetto di squadra, conoscere le proprie debolezze per migliorarsi".

Resta molto fiducioso sul futuro: "Difficile non guardare la classifica ma il lavoro ci porterà a migliorarla. Non punto in particolare su un giocatore ma sulla squadra: quando c'erano Maldini e Nesta potevamo anche permetterci Cafu e Serginho, oggi no e quindi dobbiamo giocare da squadra, mi auguro questo".

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