Gemelli diversi all'ultimo scherzo

La Juve vuole eguagliare il record giallorosso di 10 vittorie di fila. La Roma insegue il sogno di un campionato da imbattuta

Una shakerata tra Juventus e Roma per un cocktail iridato. È tutta da bere la sfida di domenica sera tra la prima e la seconda del campionato. Trattasi di un aperitivo con vista Brasile, il miglior modo per aprire l'anno mondiale. Gioca una nazionale perché venticinque dei possibili protagonisti hanno praticamente già in tasca il biglietto per Rio de Janeiro, ma soprattutto gioca una “possibile” Italia. Infatti Cesare Prandelli potrebbe scegliere un undici tutto da vedere. Solo il centrocampo è in compartecipazione: De Rossi-Pirlo-Marchisio è una mediana con pochi eguali al mondo. Poi Juventus e Roma si prendono un reparto a testa. La difesa è la solita cantilena bianconera: Buffon-Barzagli-Bonucci-Chiellini. E stavolta si aggiunge anche Ogbonna. L'attacco è un insolito azzardo giallorosso: due baby, il fluttuante Florenzi e il ritrovato Destro con tre gol nelle ultime tre giornate, con Francesco Totti a far da chioccia. Il capitano giallorosso già a inizio autunno era stato rilanciato a furor di popolo per una maglia azzurra. Poi si è fatto male, ma le porte per lui si spalancherebbero anche in extremis.

La rincorsa al mondiale parte proprio dalla sfida di Torino. Perché proprio come negli anni ottanta Juve-Roma torna a valere lo scudetto. Antonio Conte contro Rudi Garcia: la continuità e la novità. La zebra vuole il tris, la lupa rompere il dominio. Finora hanno fatto corsa a parte rispetto al gruppo. Per capire: il Napoli candidato per la vittoria alla vigilia, ha rimediato due nette sconfitte nei confronti diretti. Hanno viaggiato in parallelo: una botta, una risposta. Sempre a distanza. Ora l'incontro è ravvicinato, quasi del “terzo tipo”, perché di due marziani si tratta. Fosse anche solo per le velocità a cui viaggiano: la Juve vola con 46 punti, la Roma è indietro di cinque lunghezze, ma in un torneo normale sarebbe in vetta con un bottino simile dopo 17 giornate. Due cammini simili resi diversi dai punti persi per strada: i bianconeri hanno rallentato solo con le grandi, il pareggio con l'Inter alla terza giornata e i 15' di blackout contro la Fiorentina; i giallorossi, invece, sempre vincenti con le big fino al pareggio col Milan e col freno a mano tirato con le piccole Sassuolo, Torino, Cagliari e Atalanta. Quattro pari di fila che hanno in parte vanificato le 10 vittorie consecutive iniziali. Quelle che la Juve vuole eguagliare proprio contro la Roma. Infatti i bianconeri hanno una striscia aperta di nove successi sulla quale hanno costruito rimonta e sorpasso: da meno cinque a più cinque.
La difesa è la chiave di tutto: la Roma ha subito sette gol (uno nelle prime dieci giornate); la Juve undici (uno nelle ultime nove partite). Non subire fa la differenza, su questo hanno costruito i loro break devastanti, anche perché per entrambe il gol non è un problema. Tevez è il mattatore dell'attacco più prolifico del campionato: trentanove reti. La Roma è comunque lì, solo quattro in meno.

Quindi Conte e Garcia se la giocano a carte scoperte e preparano la sorpresa, l'asso nella manica da pescare per riempire di carbone la calza del rivale. La befana può avere le sembianze di Pirlo, al rientro dopo l'infortunio, o di Totti, appena recuperato e tra l'altro proprio domenica per lui saranno tre mesi esatti senza gol. Il carbone avrebbe un sapore esclusivo e ineguagliabile: la Juve vuole mettere fine all'imbattibilità della Roma e al suo sogno di replicare la prima Signora di Conte, tricolore senza ko. La banda di Garcia vuole fermare la Signora per impedirle di imitare la sua striscia di dieci vittorie.

E poi la Juve finora in casa ha sempre e solo vinto. Ingredienti che arricchiscono una sfida che vale già molto anche se solo al giro di boa: l'ipoteca scudetto bianconera o la candidatura tricolore giallorossa. Non può essere altrimenti per un cocktail mondiale.

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