La generazione senza Mondiali

Diversi bambini, i più piccoli di età, non hanno mai visto gli Azzurri disputare un Mondiale. Quando saranno grandi ci sarà un "vuoto" nei loro ricordi sportivi. Speriamo sia l'ultima volta che accade

La generazione senza Mondiali

Un Mondiale di calcio è un'esperienza magica, in grado di accendere la fantasia di tutti gli amanti del pallone, in particolar modo dei bambini. Stimola la loro curiosità sulle nazionali partecipanti attraverso le figurine, i servizi in tv, i giornali, le lunghe attese per l'inizio dell'evento e, quando finalmente arriva il momento che si fa sul serio, il rito imperdibile delle partite guardate in famiglia, o con gli amici, riuniti davanti alla tv. Il fatto che si giochi ogni quattro anni (non come qualche genio della Fifa propone di fare, ogni due) rende il trofeo ancora più elettrizzante.

Per la seconda volta di fila l'Italia non disputerà i Mondiali di calcio. Un vero e proprio dramma per un popolo di "malati di calcio". Non stiamo qui a parlare delle colpe, che in primo luogo sono riconducibili al semplice fatto che nella partita decisiva non abbiamo segnato mentre c'è riuscita la nostra avversaria, la "temibilissima" Macedonia del Nord. Abbiamo perso 1-0 e siamo fuori. Capitolo chiuso, game over. Anzi, il game per noi non è neppure iniziato.

Riflettiamo un attimo sui bambini e i ragazzini che non vedranno i propri beneamini ai prossimi Mondiali. E magari, se sono piccoli, non hanno mai seguito un Mondiale tifando a squarciagola per gli Azzurri. Ci sono cose peggiori nella vita, ovviamente. Il calcio è solo un gioco e sicuramente avranno tante altre bellissime cose da fare. Ma in un Paese pallonaro come il nostro, siamo certi che questa debacle, l'ennesima, lascerà un segno.

Sui Mondiali di calcio si sono formate intere generazioni, sono stati scritti film, libri e canzoni, ispirati non solo alle vittorie ma anche alle partite epiche (come Italia-Germania 4-3 del Mondiale 1970). Sì, è vero, la scorsa estate abbiamo vinto gli Europei, battendo gli inglesi in casa loro, allo stadio di Wembley. Bellissimo, ma volete mettere i Mondiali? Non c'è proprio paragone.

Come riuscire a far superare questa tristezza ai nostri bambini? Come trasmettere in quelli di loro che giocano a calcio il sogno di poter giocare, un giorno, contro le Nazionali più forti del mondo (Maradona da bambino in un'intervista disse che il suo desiderio più grande era proprio quello di poter giocare un Mondiale) oppure anche solo il gusto di vedere le partite in tv e magari festeggiare per la conquista della Coppa dorata?

Ci sono tanti altri sport, risposta giusta. E i vari Jacobs e Tamberi ci hanno fatto e continueranno a farci sognare. Questo è poco ma sicuro. Il calcio però fa parte del nostro dna, è inutile nasconderlo. Ci mancherà e mancherà ai nostri ragazzi. Facciamo in modo, cari signori che governate il mondo del pallone italiano, che questa brutta figura non capiti mai più.

Cosa fare lo dovete sapere voi che siete pagati per questo.

Un'idea (soltanto una piccola un'idea): perché, una volta tanto, non lanciare l'Under 21 al gran completo e far crescere questo gruppo scommettendo sul futuro? Altri lo fanno in giro per il mondo... noi no. Perché?

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