Fiorentina nella bufera. E oggi affronta una sfida salvezza col Lecce. Ieri è stata una vigilia molto agitata. Il direttore sportivo Pradè ha rassegnato le dimissioni, incontrando il favore del club dopo una notte tormentata. Il malessere di Firenze si è sublimato con alcune striscioni affissi per la città e firmati dalla Curva Fiesole. Contestazione dura per tutti: dal presidente Commisso, alla squadra, passando per l'allenatore. La parte più calda della tifoseria è stufa, come sembra lo sia gran parte della comunità viola. Nei lenzuoli polemici non è stato risparmiato neppure il Comune di Firenze, reo di essere in ritardo sul percorso della ristrutturazione del Franchi. Pradè era nel mirino della curva ormai da molti mesi. È la prima testa che cade e forse non sarà l'ultima. "La Fiorentina comunica - questa la nota - di comune accordo, di aver interrotto in data odierna il rapporto professionale con il ds Daniele Pradè. La società, a partire dal presidente Rocco Commisso e sua moglie Catherine con il direttore generale Alessandro Ferrari, ringraziano sentitamente il direttore per gli anni trascorsi insieme con passione e professionalità".
Lasciare la squadra a poche ore da una sfida definita da Pradè mercoledì notte, dopo la sconfitta con l'Inter, "da vita o morte", fa riflettere. Pradè, ha atteso l'arrivo dei calciatori e di Pioli al centro sportivo di Bagno a Ripoli, e ha riunito il gruppo comunicando la scelta di uscire dal club. Con questo gesto ha voluto anche dare una frustata ad un branco che sembra smarrito. La Fiorentina ha il dovere di reagire perché 4 punti in 9 partite sono ingiustificabili, al netto delle responsabilità della società. Sul mercato in estate sono stati investiti 92 milioni e i conti non tornano in nessun senso.
E ora? La Fiorentina si sta guardando attorno per la sostituzione di Pradè: Giuntoli, Petrachi, Meluso, Macia sono alcuni nomi che circolano. Per adesso la parte tecnica è nelle mani di Goretti (era vice Pradè). E alle 15 la partita col Lecce. Da vita o morte. Mario Tenerani