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Quella gomma che piace ai tedeschi

L a nota dominante di questo Gp del Brasile, estremamente lineare e senza assalti, per colpa dei consumi, è stata incontestabilmente la gommatura medio-soffice della nuova generazione

Quella gomma che piace ai tedeschi

L a nota dominante di questo Gp del Brasile, estremamente lineare e senza assalti, per colpa dei consumi, è stata incontestabilmente la gommatura medio-soffice della nuova generazione, introdotta fin da Sochi, in occasione del rinnovo contrattuale del fornitore: una gomma esclusiva, un po' più consistente a pari gradazione, ma sempre di burro, che ha trovato impreparata la Ferrari e altri concorrenti, pur dando le ali alla Mercedes d'Inghilterra, come se fosse stata la sola a conoscerne i segreti. Altro che pista più lenta (addirittura dell'1,8% in qualifica e del 2,2% nelle prove libere) dall'anno scorso. Altro che pavimentazione (ancor nuova) e cordoli modificati, secondo le giustificazioni del produttore di pneumatici. Gli organizzatori hanno smentito e, comunque, è impossibile una perdita media di due secondi al giro. Niente più pressioni e camber vincolati. In realtà è stata la gomma a rivelarsi più lenta. Guarda caso, per la prima volta da Monza, cioè dall'avvento del super-motore di Maranello, i propulsori di Brixworth quasi non hanno fatto ricorso alle mappature da qualifica, se non per un aiutino a Rosberg, conservato in gara. Tutto determinato dai ruoli di qualifica, con la semplice, dignitosa difensiva della Ferrari, ma nessun avvicinamento, neppure con uno stint in Soft di Vettel. Tecnicamente, in una situazione peggiorativa, in funzione dei distanziamenti nella sola fase che conta. Niente più slanci di potenza. Niente più prospettive d'attacco.

Solo gomme esclusive.

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