Il dramma tecnico di gran premi su circuiti cittadini-veloci, obbligatoriamente con un unico Pit-stop e con gomme soffici, ma poco consistenti, è costituito dalla massima linearità e da ritmi rallentati, con le stesse posizioni di vertice dalla partenza all'arrivo, per riuscire a far durare le gomme. La sola variante, in questo caso di Singapore, con pneumatici Hyper-Soft quasi generalizzati nel primo turno, è stata proposta dalle due mescole Soft e Ultra-Soft, per il secondo stint. Troppo poco, per innescare combattività e interesse. Quindi, lo stesso confronto-principe Ferrari-Mercedes, in questa corsa al risparmio, ne ha sofferto moltissimo e la scelta tra Hamilton-Mercedes, in Soft dopo i primi 15 giri, e Vettel-Ferrari in Ultra-Soft è stata negativa per il Cavallino, che ha perso la seconda piazza, per un terzo posto finale non in linea con i valori in campo. Come non in linea, con questi valori, è stato il raffronto in qualifica, facendo assumere consistenza all'ipotesi di una speciale mappatura sfoderata in Q3 dalla British-Mercedes, sicuramente con il famigerato bottone da qualifica, contro una Ferrari che di colpo ha perso la brillantezza delle battaglie precedenti, e sicuramente con infrazione del Regolamento Tecnico, per una super-portata della benzina, oltre i 100 kg/h, ormai tollerati nella lotta selvaggia, consentita da una Fia-Tv pro-Mercedes.
In sostanza, il binomio Vettel-Ferrari è stato in grado di superare Verstappen-Rbr in partenza, ma non di conservarlo dopo i primi 14 giri in Hyper-Soft, montando delle Ultra-Soft che sulla carta sarebbero più veloci delle Soft, ma che in durata non hanno brillato. Altra sconfitta per Maranello.
