
La limitazione territoriale per la designazione degli arbitri, abolita coraggiosamente dal designatore Rocchi un paio d'anni fa, è stata di fatto reintrodotta dalla libera scelta di due arbitri napoletani, Marco Guida e Fabio Maresca. A due giorni dal vile pestaggio del giovanissimo fischietto siciliano Diego Alfonzetti, è proprio l'arbitro napoletano Marco Guida a rivelare una clamorosa scelta, sua del collega e concittadino Maresca: «Non ci sono più le linee territoriali nella designazione dei direttori di gara, ma Maresca ed io abbiamo deciso di non arbitrare il Napoli ha spiegato il fischietto a una radio partenopea -, poiché qui il calcio viene vissuto in maniera diversa da altre città, come Milano ad esempio. Io vivo la città di Napoli e abito in provincia (a Pompei, ndr), ho tre figli e mia moglie ha un'attività... È una scelta personale: la mattina devo andare a prendere i miei figli e voglio vivere tranquillo. Il calcio da noi viene vissuto con molta emotività».
Fin troppo garbato il signor Guida, sentendolo parlare di emotività davanti a fenomeni di pura delinquenza come quelli dell'altro giorno nel catanese: «Quello che ha vissuto quel ragazzo è un attacco vigliacco e disgustoso. L'ho sentito e mi ha detto piangendo che non permetterà a quei violenti di fermare la sua passione, perché Diego ama arbitrare».
E se Guida non si sente sicuro ad arbitrare una partita del Napoli («Quando ho commesso degli errori non era così sicuro passeggiare per strada o andare a fare la spesa. Pensare di sbagliare ad assegnare un calcio di rigore e di non poter uscire di casa per due giorni non mi fa sentire sereno»), figuriamoci con che animo possono scendere in campo tutti i ragazzi che iniziano questa carriera sui campetti di provincia. «Ho avuto la fortuna di non subire mai un'aggressione racconta ancora Guida -, ma da genitore mi fa molto male sentire di ragazzi di 14 anni che vengono insultati e aggrediti. Sono rimasto colpito dalla scena di una mamma di un giocatore che, mentre un giovane arbitro veniva aggredito, gli gridava venduto. Questi ragazzi arbitrano per 30 euro a partita...».
Poi Guida alza il tiro e accusa i media di creare questo clima, andando anche un po' sopra le righe: «Rappresentano l'arbitro come la figura del nemico da insultare a prescindere».
Di certo l'ambiente che circonda il mondo del pallone è figlio anche delle polemiche esasperate e alimentate dalla stampa, ma se il signor Sozza di Milano può arbitrare Milan-Inter di Supercoppa, non è perché sotto la Madonnina i giornali sono più edulcorati.
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