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Hamilton d'Arabia, ma più che F1 è boxe. Scorrettezze e "pugni" a 300 all'ora

Nel Gp di Gedda manovre al limite di Max (ma pure l'inglese...). E direzione gara in tilt

Hamilton d'Arabia, ma più che F1 è boxe. Scorrettezze e "pugni" a 300 all'ora

Si giocheranno tutto all'ultimo round. Tra una settimana ad Abu Dhabi ripartiranno alla pari con Max che in caso di crash diventerebbe campione perché ha vinto una gara in più. Hamilton e Verstappen se le sono date di santa ragione anche a Gedda, senza un arbitro all'altezza. Nel primo gran premio della storia in Arabia Saudita è successo davvero di tutto tra safety car, bandiere rosse, penalizzazioni, tamponamenti, tagli di chicane, liti via radio, strane contrattazioni. Hamilton e Verstappen hanno tirato fuori il meglio e il peggio del loro repertorio. Hanno dipinto capolavori e rovesciato la latta di vernice sulla tela. Una delle gare più pazze della storia con una classifica finale che ci regala un ultimo atto indimenticabile domenica ad Abu Dhabi. Ma per arrivare al pareggio quasi perfetto in classifica ne abbiamo viste di tutti i colori. Tre partenze, due bandiere rosse, un numero incalcolabile di virtual safety car.

Se Hamilton e Verstappen hanno corso da campioni, con Max fin troppo scorretto a dire la verità, chi non è stato all'altezza è stato il direttore di corsa Michael Masi che davvero ne ha combinate troppe su una pista che si è confermata troppo pericolosa per poterci correre a 250 orari di media. Troppi errori nella gestione della gara. A cominciare dalla prima bandiera rossa, esposta dopo l'incidente di Schumacherino e tre giri di safety car quando Max aveva deciso di non cambiare gomme restando in pista e quindi ritrovandosi improvvisamente in testa.

La bandiera rossa, inspiegabile, ha permesso a Max di cambiare gomme ripartendo in pole davanti a tutti. Ma alla ripartenza Lewis lo brucia, Max taglia la chicane e si tiene la posizione mentre Ocon ne approfitta. Nuova bandiera rossa perché dietro Mazepin e Perez finiscono a muro. A quel punto Masi comincia una contrattazione assurda via radio e ridisegna lo schieramento: Ocon davanti a Hamilton e Max che così cede la posizione conquistata con il taglio. Si riparte e Max dipinge una meraviglia. Sfrutta le gomme gialle più morbide e schizza in testa mentre Hamilton si incarta con Ocon. Non finisce qui. Si riparte tra una virtual e l'altra per togliere i detriti con Hamilton che va all'attacco di Max. Al 37° giro ci prova. Max risponde duro. Hamilton via radio non ha dubbi: «Questo è pazzo!». I commissari chiedono a Max di restituire la posizione perché la sua difesa è stata eccessiva. Max molla in pieno rettilineo. Hamilton lo tampona. Rovina l'ala, ma non perde velocità. A 7 giri dalla fine Max gli cede la posizione, incassando anche 5 di penalità.

Sembra un copione scritto apposta per apparecchiare un gran finale nell'ultima gara. Troppe incertezze in direzione di gara. Tante scorrettezze in pista. Proteste dei team che continuano anche dopo la bandiera a scacchi. Chi vorrebbe punire Hamilton per il tamponamento rasenta la follia. Non sarà un finale facile per chi deve far rispettare le regole. Hamilton e Max meritano giudici alla loro altezza. Il mondiale più bello degli ultimi anni, uno dei più selvaggi e combattuti di sempre, deve concludersi senza decisioni cervellotiche. Intanto sul podio all'acqua di rose Lewis e Max non si degnano di uno sguardo. Sarà davvero una lotta fino all'ultimo giro. Senza esclusione di colpi. Non è più un match di boxe.

È un combattimento a mani nude nella gabbia.

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