Higuain esce dal letargo. E il Milan torna a vincere

Spal avanti con Petagna, Castillejo trova il pari Gol vittoria del Pipita dopo 865 minuti di digiuno

Higuain esce dal letargo. E il Milan torna a vincere

Il grande ammalato del campionato, il Milan, ha preso un'aspirina. Non può certo dirsi guarito ma i 3 punti conquistati, a fatica, ieri sera contro la Spal, sono energia pura prima della sosta e consentono di recuperare un pizzico di fiducia e di autostima nel 2019 chiuso col quinto posto, a un punto dalla Lazio. A infiocchettare il successo il gol di Higuain, nella ripresa: una specie di prodigio considerata la partenza dell'argentino, infilzato dai fischi del suo pubblico. Tre punti non risolvono tutti i problemi e nemmeno cancellano alcune leggerezze (Suso) commesse nel comportamento in campo. Lo spagnolo, scatenato nel primo tempo, finisce nella rete di Bonifazi nella ripresa e paga a caro prezzo l'eccesso di proteste verso l'arbitro, non proprio lucidissimo.

Il copione è sempre lo stesso, da un mese a questa parte. Partenza con l'handicap per il Milan che prende gol al primo timido tentativo della Spal di mettere il naso nella metà-campo rossonera. Succede che Romagnoli, spostato come una piuma da Petagna, infila un piede riparatore sulla traiettoria che la rende velenosa e inutile il tuffo perentorio di Donnarumma. Cominciare ogni sfida col vento in faccia è una costanza del Milan di dicembre ma anche forse la conseguenza di qualche insicurezza che affiora anche nei suoi esponenti più affidabili. Il ritorno a galla, per il Milan, è immediato, segnale di un destino diverso, procurato da un rinvio maldestro spallino che Castillejo con tempismo e sinistro liftato trasforma nel pareggio, unica nota positiva della serata. Da quel momento è sempre e soltanto Milan che attacca quasi esclusivamente a destra, dove c'è Suso che fa letteralmente impazzire Costa, applicato a uomo da Semplici sullo spagnolo e sostituito nella ripresa per manifesta incapacità. Da uno scatto di Suso nasce il gol dell'1 a 1, da altre giocate dello stesso Suso in combinazione con Abate nascono le altre due occasioni sprecate da Bakayoko e Calhanoglu per rimettere la serata sul binario giusto. Il 71% di possesso palla non produce effetti speciali e anzi procura a Higuain il primo pieno di fischi da parte del pubblico infreddolito e spazientito. Abate, che gli è fedele scudiero, interviene per invitare San Siro a smettere ma gli strafalcioni commessi dall'argentino nella prima frazione sembrano inspiegabili.

Il calcio però offre sempre l'occasione del riscatto. E al contestato Gonzalo capita la palletta a due passi dalla porta da scaricare con rabbia in porta dopo l'ennesima assalto milanista. Lo sfogo su quel gol che scaccia via fantasmi e incubi è tale da far intuire il tormento di Higuain in questi giorni bui e difficili. Assalito da acciacchi, nascosti in questo gelido dicembre, Higuain deve poi lasciare il prato di San Siro a pochi minuti dalla fine. La sua crisi delle settimane precedenti è anche figlia dello stato di salute non perfetto. Non è nemmeno un caso che il sorpasso sulla Spal sia la conseguenza del doppio cambio deciso da Gattuso all'ora esatta con Calabria e Cutrone, che restituiscono un po' di freschezza e di determinazione nei due ruoli. Dall'incursione del difensore nasce poi l'azione che porta Higuain a cancellare stenti e fischi non gli acciacchi. La Spal ha un sussulto d'orgoglio incarnato dal solito Petagna e da Fares su cui Donnarumma fa miracoli.

Il finale è un assedio spallino a fort Milan, nel frattempo rimasto in 10 per il doppio giallo esibito a Suso, troppo polemico con l'arbitro dall'inizio della sera. La squalifica lo cancella automaticamente dalla Supercoppa: leggerezza inaudita.

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