Ma quale Pipita! È stata una pepita d'oro di Gonzalo Higuain a far esplodere San Siro e a trascinare nell'entusiasmo persino Gordon Singer, seduto al fianco di Scaroni in tribuna d'onore, mentre Maldini si abbracciava teneramente Leonardo, l'autore del magistrale arrivo dell'argentino a Milanello. Lo avevamo intuito già a Madrid, nell'amichevole con il Real Madrid: con quella voglia matta di prendersi una rivincita dalla Juve avrebbe fatto la fortuna di Rino Gattuso. Al Bernabeu s'inventò un gol da favola, facendo tutto da solo, palla recuperata sul limitar dell'area e poi stoccata a giro nell'angolo lontano, alla Insigne verrebbe da segnalare. Anche a Napoli, ignorato e isolato, non è mai stato un corpo estraneo rispetto alla squadra, ha invece collaborato, sofferto e recuperato per offrire il minimo sindacale di contributo alla causa persa clamorosamente nella ripresa. Con la Roma il suo debutto domestico da incorniciare. E non soltanto per la giocata finale che è una prodezza da raffinato numero 10 come hanno segnalato molti critici ma il timbro dato alla sua performance. Ha sfiorato il palo nel primo tempo, eseguito alla perfezione un contropiede classico a metà ripresa apparecchiando un gol annullato dal var per questione di centimetri. Già anche in questo è un altro Higuain, perfettamente in linea con la bilancia e con gli schemi nuovi. In velocità, che pure non è la sua caratteristica migliore, ha fatto vedere i sorci verdi a Manolas, aggirato Olsen con padronanza di corsa e coordinamento di tocco che sono poi i requisiti del giocatore di altissimo livello. Infine il gol suggerito a Cutrone, una specie di vai ragazzo, vai a prenderti la gloria, con quella imbucata che solitamente uno come Kakà era in grado di fare, ad Atene, per esempio, con l'altro sodale dell'epoca, Pippo Inzaghi.
Invece Higuain ha alzato la testa, ha visto il movimento del ragazzo che con gli occhi reclamava il passaggio e l'ha servito con guanti bianchi e vassoio d'argento. «Grande vittoria di squadra, spettacolare San Siro, grazie a tutti per il sostegno, questa è la strada giusta»: ricopiando il titolo de il Giornale (in omaggio il copyright, ndr) il Pipita ha così celebrato il primo successo in maglia rossonera del quale si è sentito fino in fondo protagonista. Perché, subito, si è rivolto verso la panchina e con gli occhi sgranati, ha gridato al cielo la sua gioia immensa andando incontro all'abbraccio della compagnia e all'urlo liberatorio dello stadio, rimasto incatenato fino alla fine, a godersi quell'ultimo, generoso e coraggioso assalto ordinato da Rino Gattuso. Con un assist ha fatto uscire Cutrone dal tunnel nel quale era finito dal giorno del suo arrivo al Milan.
Il ragazzo, che pure scalpita e mastica amaro per la panchina, ha ringraziato e preso nota di come si possa servire la patria calcistica. Deve abituarsi all'idea di entrare in corsa affidando all'Europa league così ha deciso Gattuso - le chances da titolare.
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