Indovina chi viene a cena? Il presidente del Coni scelto tra primo e secondo

Indovina chi viene a cena? Il presidente del Coni scelto tra primo e secondo

Da un lato l'esperienza ventennale all'interno del Palazzo nel ruolo di Segretario generale, dall'altro quella lunga e importante di imprenditore e manager sportivo. Domani, dopo 13 anni di presidenza Gianni Petrucci (secondo per durata solo al grande Giulo Onesti), il Coni conoscerà il successore da scegliere tra Raffaele Pagnozzi e Giovanni Malagò. Nei quartier generali dei due sfidanti per l'ambita poltrona del massimo ente sportivo è il momento di fare i conti: 76 i grandi elettori, serve la maggioranza assoluta per diventare presidente (dunque 39 voti). «Sono convinto di avere la metà più uno...», così Malagò. «Mi dispiace, ma Giovanni deve farsene una ragione: vincerò io e con una maggioranza significativa...», sottolinea Pagnozzi.
I bene informati sono pronti a scommettere sul progetto dell'«innovazione nella continuità» di Pagnozzi, accreditato di 45-50 voti. Dalle parti del Circolo Aniene, di cui Malagò è presidente, non hanno dubbi: l'elezione sarà uno sprint testa a testa che dovrebbe premiare il «nuovo modello per lo sport italiano». E stasera entrambi gli sfidanti hanno invitato i grandi elettori a cena, in due alberghi romani (Malagò ha scelto il Majestic di via Veneto, Pagnozzi il Parco dei Principi con vista su Villa Borghese) distante appena 1800 metri. Non si potrà essere presenti contemporaneamente ai due banchetti, così nella notte della vigilia ci sarà una prima conta dei votanti.
Domattina dalle 9.30 inizierà il Consiglio Nazionale: otto minuti a testa per l'ultimo «appello» agli elettori (inizierà per sorteggio Pagnozzi), quindi la votazione in cabine chiuse, con qualcuno che magari fotograferà la sua scheda con il telefonico per garantire la sua fedeltà alla causa. Non si escludono sorprese dell'ultim'ora: nel 2009 Petrucci incassò il «tradimento» di sette presidenti che parteciparono alla cena pre-elettorale e poi votarono il suo avversario Chimenti, fermatosi però a 24 (contro i 55 dell'attuale numero uno della Federbasket).
Dopo una campagna elettorale giocata di fioretto, i due hanno usato la scimitarra e purtroppo si è discusso poco di programmi che meritavano un maggiore approfondimento. Pagnozzi rappresenta la continuità, il dirigente cresciuto al Coni, uno di famiglia: con il ruolo di segretario generale e amministratore delegato-direttore generale della Coni Servizi ha avuto rapporti con tutti e si è guadagnato anche una buona fama internazionale. Non promette rivoluzioni, parla di riforma della giustizia sportiva e di consolidamento dell'Italia nello sport nella Top 10 mondiale. In più difende il calcio (che nella sua Giunta avrebbe un ruolo importante) e ha un gruppo di presidenti fedelissimi delle federazioni più grandi (tennis, nuoto e ciclismo tra le altre).
Malagò, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali romani di pallavolo del 2005 e di quelli di nuoto del 2009 vorrebbe una governance del Coni equa e trasparente («un Palazzo di cristallo», uno dei suoi slogan), maggiore collegialità e partecipazione nel governo dello sport e propone un piano per l'impiantistica sportiva anche con partecipazioni di privati. E nonostante sia un grande tifoso di calcio, vorrebbe il football fuori dalla Giunta («da quel mondo arrivano solo messaggi negativi», sottolinea). A Petrucci ha contestato la fretta di arrivare alle elezioni già a febbraio quando si potevano attendere almeno le politiche.

Potrebbe pagare il fatto di non essere mai stato presidente di federazione, anche se si è battuto bene insieme ai suoi.
In caso di vittoria, entrambi avranno atlete di rilievo in squadra: Fiona May per Pagnozzi, Alessandra Sensini per Malagò che ha l'appoggio di Josefa Idem, candidata alle Politiche con il Pd.

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