Inter e Milan: la volta buona per tornare in zona Juve?

Inter e Milan: la volta buona per tornare in zona Juve?

Forse è la volta buona. Forse è la volta buona per Milano del pallone di tornare a iscriversi al circolo buono del calcio italiano dopo anni vissuti tra declini malinconici, passaggi di proprietà e promesse clamorosamente tradite. Sono due i motivi che sostengono questa speranza. Il primo: entrambi i club possono contare su un azionista solido, riconosciuto, che non spende e spande come uno sceicco qualsiasi ma ha fornito ai manager i mezzi per competere. Il secondo: entrambi possono contare sulla continuità tecnica (allenatore confermato) che è in molti casi garanzia di miglioramento del rendimento. L'Inter si è avvicinata al sole Juventus senza correre il rischio di scottarsi, semmai dando prova di abbronzarsi. Avesse la possibilità di completare l'organico col top Modric sarebbe a un passo da CR7 e pronta ad affrontare la scalata della Champions che è di sicuro l'occasione per lucidare il vecchio blasone opacizzato dopo il trionfo di Madrid 2010. Keità e il Toro Lautaro sono due armi in più a disposizione di Spalletti, Nainggolan l'eclettico che può consentire il cambio in corso di sistema di gioco senza violentare schemi e abitudini. L'unica incognita è il passaggio alla difesa a 3 fatta apposta per esaltare le virtù di De Vrij e l'attitudine di Asamoah: tra campionato e coppa non c'è molto tempo per l'indispensabile apprendistato.

Il Milan, partito in legittimo ritardo, è sulla stessa strada ma a distanza più marcata rispetto alla razza padrona. E non solo per la prova (al netto del risultato) di Madrid ma perché si è ricostituito, come magia, quel clima di fiducia e credibilità mai ottenuto nemmeno nei giorni di entusiasmo popolare suscitato dai fuochi d'artificio del mercato di un anno fa. Gattuso ha avuto quel che invocava: un altro Kessiè, Bakayoko quindi, per aggiungere muscoli a muscoli, forza fisica a forza fisica. Le referenze sul temperamento del francese (basterebbe consultare Conte e Sacchi che conoscono bene il giovanotto) non sono esaltanti, ma qui, ecco il vantaggio, c'è un nuovo pilastro su cui il club può contare, e cioè Paolo Maldini, capace di esercitare la doppia missione di controllo e d'intervento autorevole per correggere eventuali distrazioni.

Se al posto di Biglia, utilissimo nel mettere i sacchi di sabbia alle finestre, ci fosse un allievo della scuola di Pirlo, il trio sarebbe semplicemente perfetto e garantirebbe quei lanci di cui ha bisogno Higuain per esaltare il proprio talento balistico. Ci vorrà tempo per inserire al meglio Caldara e attendere il recupero integrale di Conti: ecco allora dove emergono le prime fragilità da colmare col massimo di attenzione e organizzazione.

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