Da Inzaghi ai giocatori è un'Inter dei troppi errori

L'inesperienza del tecnico nel gestire la panchina, vedi Radu. Le colpe di Di Marco, De Vrji e Perisic

Da Inzaghi ai giocatori è un'Inter dei troppi errori

Milano. Non sempre i numeri dicono la verità. Per esempio quelli della serie A: l'Inter risulta la squadra con miglior attacco e difesa. Eppure proprio attacco e difesa rischiano di farle perdere lo scudetto. Da un inflessibile: chi sbaglia paga. Dice tutto la partita a Bologna: svarioni al tiro e poca fantasia, errori sul primo gol, la papera del povero Radu, portiere a credibilità limitata visto lo scarso impiego: era all'esordio in campionato. La somma di errori vale la sconfitta, inattesa e forse decisiva. Sebben questo sia il campionato del ciapanò: dunque mai dire mai. Diamo credito anche al bravo Marotta: «Siamo arrabbiati, non depressi. Non sono gli anni '70 quando nelle ultime giornate certe squadre avevano niente da dire. Abbiamo perso una battaglia, non la guerra». Strana la storia nerazzurra: il bomber più acclamato, Lukaku, le ha fatto perdere la finale di Europa league con un autogol. Il portiere più snobbato rischia di sfilarle il titolo con una papera. Ovvero conta il caso ma soprattutto i giocatori. Poi vengono gli allenatori.

Qualcuno vuol puntare sugli errori di Inzaghi. «Comunque resterà», ha garantito il dirigente conoscendo usi e costumi dell'ambiente. Mettiamoci anche le illusioni tipiche da mondo Inter. È bastato parlare di Tripletino ed ecco il ribaltone. L'Inter poteva battere il Bologna, lo ha dimostrato per un tempo, poi sono affiorati i dubbi di una stagione. Radu è l'ultimo dei colpevoli, benché tale papera non sia ammissibile nemmeno per un portiere che ha giocato appena 120 minuti. Ha colpito la palla con il suo piede sbagliato, ma alle spalle aveva lo snobismo di Inzaghi. Poi lacrime sue, difesa da allenatore e compagni: ormai era frittata. Eppure Handanovic ha alternato paratone ed errori gravi. «E se Handa si fa male?» sussurrò un giorno Oscar Damiani, procuratore di Radu, sottintendendo il problema. In tal senso il tecnico, giovane alle prese con uno spogliatoio consolidato, ha mostrato limiti di esperienza. Troppo confidente con certi giocatori. Handanovic non ha mai concesso spazio al vice. Capitava anche alla Juve con Zoff. Ma era Zoff. Stagione tra qualche errore e tradimenti.

Vogliamo parlare di De Vrji in netta débâcle annuale? Talora pareva il dodicesimo uomo avversario. Il gol di Arnautovic non è da addebitare solo a Di Marco. Perisic, connivente nell'errore di Radu, è un pallone d'oro: altri palle al piede. Il punto debole di Inzaghi sono stati i ricambi: spesso ha preferito i soliti noti. Non tanto un errore, quanto un azzardo. Invece tradizionale la débâcle di condizione che prende le sue squadre nel girone di ritorno. Sebben l'Inter abbia reagito al momento giusto: in picchiata nel derby col Milan, tornata al decollo contro la Juve. Dunque bravo l'allenatore. Poi se Lautaro, Correa ed anche Dzeko non ci mettono il piede giusto Pure Dumfries si è mangiato un gol contro il Bologna, ma non è bomber di professione. Restano 4 partite: da vincere. A Udine in dubbio Bastoni e Handanovic.

Però il campionato dice che neppure il Milan è in grado di vincerne quattro: toppò con lo Spezia come l'Inter ha toppato col Bologna. Ed è difficile che la magica sfera dia ragione ad Agnelli: «Suicidio collettivo e vince la Juve». Il calcio resta una cosa quasi seria.

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