Bernardo Silva e Benjamin Mendy sono legati da una grande amicizia. Ma questo non conta per la federcalcio inglese e per un mondo ormai ipocrita, non soltanto nel Regno Unito. I due giocano nella stessa squadra, il Manchester City, alcune fotografie li mostrano mentre festeggiano gol, ridono in allenamento. Accade poi che il portoghese Silva, per sfottere il sodale, scriva, in un tweet, che gli ricorda il pupazzetto dei Conguitos, sarebbero arachidi ricoperte di cioccolato. Costui, il pupazzo, ha, secondo usi e costumi abbastanza decaduti e decadenti, labbra gonfiate, occhi spauriti; ovviamente è di chocolate negro, anche se esiste in commercio la qualità di chocolate blanco. La caricatura e la pubblicità sono state definite razziste perché accentuano, rendendoli ridicoli, il tono gioviale e sempliciotto, della razza di colore nero. La federcalcio inglese ha sospeso Silva per una gara, lo ha multato di 50mila sterline e lo ha invitato a un corso di rieducazione. Non è servita a nulla la difesa dello stesso Mendy-Conguitos «non vedo nessuna offesa», niente da fare, ormai anche l'ironia tra amici è razzismo, da punire severamente. Secondo i farisaici federali della Premier, il tweet non offende Mendy ma chi lo legge e si sente oggetto della derisione. Ripenso alla canzone di Nino Ferrer dal titolo La pelle nera e al passaggio testuale: «...ehi, ehi, ehi dimmi tu signor Faust, ehi, ehi dimmi come si può arrostire un negretto ogni tanto con la massima serenità...». Oggi il grande Nino (che purtroppo decise di togliersi la vita ventuno anni fa) sarebbe messo all'indice, cancellato da qualunque programma e dovrebbe chiedere scusa. Cito anche la pubblicità ambigua, negli anni Ottanta, del Tartufòn(e) Motta, con il protagonista di colore e in lingua italofrancese, accerchiato da bionde inquietanti.
Dunque, nel nome del cioccolato, fondente, al latte o bianco, si apre un nuovo fronte di indignazione. Del resto lo diceva anche Forrest Gump: «La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita». Anche una squalifica.
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