A Malaga hanno scoperto un nuovo genere di proprietario: lo sceicco dal braccino corto. Ma il bello è che la decisione di Abdullah bin Nasser Al Thani di chiudere i rubinetti (rimanendo però proprietario del club) ha giovato alla squadra come nemmeno la più faraonica delle campagne acquisti. Terzo in campionato, a punteggio pieno in Champions e con un top player già bello pronto in casa: Francisco Román Alarcón Suárez detto Isco, fantasista classe 92. Non è una rivelazione assoluta, perché già lo scorso il ragazzo si è reso protagonista di uno scintillante campionato che gli è valso l'inclusione nella top 11 dei talenti del calcio spagnolo. Senza il rischio di trovarsi la strada sbarrata dall'arrivo di qualche campione particolarmente sensibile al fascino dei petrodollari, nell'attuale stagione Isco è partito ancora meglio, abbinando qualità tecniche di primo ordine alla personalità nel prendersi sulle spalle una squadra sulla carta indebolita dalle cessioni estive. E la doppietta rifilata allo Zenit alla prima giornata del girone di Champions ha iniziato a far circolare prepotentemente il suo nome anche al di fuori della Spagna.
Classico numero 10 che ama svariare lungo tutto il fronte offensivo, Isco al pallone da del tu come un qualsiasi prodotto della cantera blaugrana, pur essendo cresciuto in quella del Valencia; tatticamente invece segue ancora molto l'istinto, per un approccio alla gara che funziona alla grande in una compagine come il Malaga, meno in una all-stars come il Barcellona, dove il solo Messi ha libertà di movimento assoluta e chiunque altro graviti nella sua zona o si ricicla defilandosi (Villa) o è destinato a fallire (Ibrahimovic). Per questo non stupirebbe vedere Isco optare a gennaio per il Real Madrid, l'unico altro club assieme alle big di Premier League in grado di pagare la clausola rescissoria di 21 milioni di euro inserita dal Malaga al momento del prolungamento del suo contratto fino al 2016.
Isco ha debuttato nel professionismo due anni fa con la maglia del Valencia rifilando due reti al Logroñés in Copa del Rey. Era l'11 novembre 2010. Il giorno successivo Pato, Ibrahimovic e Robinho liquidavano il Palermo e riportavano il Milan in vetta alla Serie A. Ventiquattro mesi dopo si è capovolto tutto.
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