Nel calcio moderno e con il Covid che incombe, decade anche il vecchio adagio «squadra che vince non si cambia». Stasera contro la Lituania Roberto Mancini cambierà e non poco la sua Italia. Nella speranza che agli Europei l'Uefa conceda rose più allargate. La sfida sull'insidioso campo sintetico di Vilnius, inadatto a una gara di qualificazioni mondiali, arriva a pochi giorni dalla ripresa dei campionati. E le formazioni, già falcidiate da infortuni e virus, spingono per riavere i propri effettivi in gruppo. Si spiegano così i ritorni a Parigi di Florenzi e Verratti, già arrivati a Coverciano in condizioni non ottimali e già «spremuti» per due gare dal ct azzurro. O quello in Germania di Grifo, rientrato a Friburgo a causa delle limitazioni del governo tedesco. Altro che «corridoi sanitari» o bolle alberghiere, il virus continua a correre in Europa e quindi i club vogliono preservare i finali di stagione.
Ecco che Mancini, rimasto con un gruppo di 30 ma con alcuni elementi già schierati nei 180 minuti tra Irlanda del Nord e Bulgaria, sta valutando con attenzione l'11 titolare. C'è chi è più stanco (vedi i veterani Bonucci e Insigne), c'è chi ha bisogno di essere testato di più o per la prima volta (Pessina e Bastoni nel primo caso, Toloi nel secondo). In più per un'Italia meno brillante e più concreta, con una difesa imperforbabile, c'è da tenere conto delle insidie maggiori della partita di stasera contro la Lituania, numero 129 del ranking e sulla carta la più debole delle avversarie del tour de force di marzo. «I rischi sono essenzialmente la stanchezza per le tre gare in pochi giorni, il campo sintetico e il fatto che loro staranno chiusi e non ci daranno grandi spazi, guai quindi a prendere la gara sotto gamba», ha ammonito il ct. Tentato dall'ipotesi Bernardeschi falso nove («l'idea è sempre attuale...») ma che alla fine dovrebbe optare per un centravanti vero, più Immobile di Belotti.
C'è da rimpinguare la casella dei gol segnati, visto che la Svizzera ai lituani ne ha segnato solo uno («eppure ha avuto tante occasioni, questo vuol dire che tutte le gare sono difficili», ha sottolineato Mancio), da ottenere la vittoria per chiudere a punteggio pieno la prima fase delle qualificazioni e da allungare la striscia positiva a 25 gare, eguagliando Lippi nel periodo 2004/2006 e portandosi a -5 dalla serie di Pozzo. «Un po' di orgoglio personale ci sarebbe, si tratta di due campioni del mondo, ma vorrebbe anche dire che la squadra stiamo facendo bene», così il ct. Stasera conferma in regia per Locatelli, 28° giocatore a segno nell'era Mancini: «Ancora non ci credo, sto vivendo un sogno».
Sullo sfondo resta il problema dell'Olimpico aperto per ospitare gli Europei.
«Il Coni spinge e tifa per la Figc e per l'Italia, il presidente Gravina sta facendo il possibile, Perdere gli Europei penalizzerebbe tutto il sistema», così ieri Malagò. Con Mancini che accoglie i messaggi positivi arrivati da esponenti del Governo: «Si respira troppa negatività...». La partita si giocherà a cavallo di Pasqua, l'uovo rischia di rimanere indigesto...
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