Italia lontana dall'Europa. Anche il Napoli sbatte su Taison e lo Shakhtar

La squadra di Sarri si prende due schiaffi. Poi si sveglia ma rimedia soltanto un rigore

Italia lontana dall'Europa. Anche il Napoli sbatte su Taison e lo Shakhtar

La sconfitta è sempre sgradevole, figuriamoci quando ne hai dimenticato il sapore. Tra campionato dell'anno scorso, preliminari di Champions e campionato di quest'anno il Napoli veniva da 10 vittorie consecutive e non pensava certo di cadere a Kharkiv, contro uno Shakhtar che ormai da un po' è sceso di livello. Ma in Champions è così, le partite non puoi gestirle come domenica sera a Bologna: o le giochi alla morte dall'inizio alla fine, oppure sono guai. E così la coppa del Napoli, mentre il Manchester City di Guardiola dilaga sul campo del Feyenoord, parte subito in salita. Se il patto d'acciaio stipulato dai giocatori all'inizio della stagione ha come obiettivo lo scudetto forse è già tempo di fare delle scelte, visto che la partita di ieri sera ha ribadito un paio di cose: che la Champions succhia tantissime energie e che c'è un Napoli con Mertens e uno Napoli senza, quindi bisogna avere la lungimiranza di gestirlo.

Sarri infatti ci prova e all'inizio lo tiene in panchina, rilanciando Milik insieme a Zielinski, Diawara e Albiol. Dopo un martedì grigio-scuro per le italiane, al suo Napoli si chiedeva di raddrizzare il bilancio ma soprattutto di esportare quello spettacolo che in serie A è ormai un marchio di fabbrica. Invece niente. Gli azzurri faticano fin dall'inizio a imporre il gioco e dopo un primo quarto d'ora equilibrato vanno sotto: Taison vince un rimpallo con Zielinski, tira prima che Albiol riesca a chiudere e la mette rasoterra sul primo palo. Cinque minuti dopo il brasiliano dello Shakthar - che essendo uno scricciolo di uno e 72 col Mike del pugilato spartisce solo la pronuncia del nome - quasi si ripete: sfrutta un pasticcio di Diawara e Hamsik e fila verso Reina, che però stavolta si salva con una parata da hockeista.

Insigne e compagni ballano per una buona ventina di minuti prima di riuscire lentamente a ritrovarsi. Non è un Napoli brillante ma nel finale di ripresa riesce almeno a rendersi pericoloso: con Albiol che di testa non trova la porta da un paio di metri, con un cross di Ghoulam che Ordec sporca rischiando l'autogol e soprattutto con l'unico guizzo di Insigne: poco prima dell'intervallo Lorenzo va via a sinistra e la piazza alla Del Piero, ma ormai lo conoscono anche in Europa e Pyatov parte in anticipo per andare a togliere la palla dal «sette».

Nel secondo tempo ci prova subito Hamsik di testa rimediando solo una capocciata con Srna, che comunque fa meno male del raddoppio ucraino al 58': Stepanenko pennella il cross da sinistra, Reina va completamente a vuoto e Facundo Ferreyra deve solo appoggiarla a porta vuota. A quel punto entra Mertens al posto del dolorante Hamsik - con relativo passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1 - e la partita cambia. L'ingresso del belga provoca una reazione nervosa (anche troppo quando Insigne e Fred si fanno ammonire per un accenno di rissa) e poi anche un rigore: Stepanenko entra duro su Dries, Milik spiazza Pyatov e a quel punto ci sono ancora più di venti minuti per riprenderla.

Con Mertens non è impossibile, con lui in campo è un'altra storia: all'82' un altro colpo di testa di Ferreyra finisce sul palo, poi sul ribaltamento di fronte Milik si divora il pareggio. Ci sarebbe anche un'ultima occasione per Callejon, ma non va dentro neanche quella. E fra due settimane al San Paolo col Feyenoord la vittoria sarà già un imperativo categorico.

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