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«Per una Juve da Champions ci vorrebbe uno come Terry»

«Per una Juve da Champions ci vorrebbe uno come Terry»

Ora ha 54 anni, ma si è ritirato dal calcio giocato solamente da 13. Pietro Vierchowod, chiamato da tutti lo "Zar" per le note origini ucraine, è pronto a seguire la sfida tra due dei suoi tre grandi amori (il terzo è la Roma). Per l'ex difensore bergamasco Juventus-Sampdoria è un tuffo nel passato, visto che ora sono allenate da due suoi ex compagni di squadra: Antonio Conte e Sinisa Mihajlovic.
La Juventus arriva da 11 vittorie consecutive, nelle quali ha mostrato una solidità impressionante. Quante chance ha la Samp di fare punti a Torino?
«Non tante, certamente. Perché la Juve, specialmente in casa, è una squadra quasi imbattibile. Però la Samp da quando c'è Mihajlovic in panchina è cresciuta molto e ha dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque. Quindi attenzione a pensare ad un esito scontato».
Ma per lo scudetto il discorso è chiuso o la Roma può rientrare in corsa?
«Il distacco non è abissale: sono 8 punti. Per rendere il campionato appassionante e interessante sarebbe bello che i giallorossi tenessero il ritmo della Juve fino alla fine. La squadra di Garcia è una bella sorpresa e non penso mollerà. Certo, ipotizzare poi un crollo di questa Juve è molto difficile».
Lei ha giocato sia con Mihajlovic, a Genova, sia con Conte, a Torino. Si aspettava diventassero bravi allenatori?
«Sinisa lo si intuiva già da come giocava e da come parlava in campo. Antonio era molto giovane quando l'ho incontrato, ma anche a quel tempo era meticoloso, vero professionista e non lasciava niente al caso. Proprio come ora».
Quanti meriti ha Conte sullo strapotere bianconero?
«Tantissimi. E non dimentichiamoci che prima di arrivare alla Juve aveva già vinto con Bari e Siena. Quindi la sua è stata una crescita graduale e meritata. Credo sia tra i migliori tecnici al mondo e che possa vincere ancora tanto».
Anche se in Europa per adesso fatica ad affermarsi. Cosa manca alla Juve per vincere anche a livello europeo?
«Secondo me servono un paio di leader difensivi. Alla fine per l'Italia i tre che ci sono adesso bastano, ma in Europa, quando incontri i migliori attacchi al mondo, devi avere gente con personalità, che non sbaglia mai la partita. In Europa Bonucci e Chiellini hanno avuto qualche amnesia di troppo».
Qualche nome da consigliare per la difesa?
«Io adoro da sempre John Terry del Chelsea. Anche a 33 anni io lo prenderei subito».
Facciamo un salto nel passato. Per lei il ricordo più bello è lo scudetto vinto con la Samp o la Champions con la Juve?
«Sono due gioie enormi. A Genova abbiamo fatto qualcosa di incredibile e che probabilmente non si ripeterà mai più.

Con la Juve ho vinto una Champions, a Roma, a 37 anni, giocando da titolare e cancellando la finale che avevo perso a Wembley con la Sampdoria: si può chiedere di più?».

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