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Juve, figuraccia Champions. Un addio che sa di fallimento

Bianconeri fuori per la terza volta di fila agli ottavi di Champions League. Qualche chance non sfruttata, poi il crollo e il Villareal ne fa tre. Signora eliminata tra i fischi dello Stadium

Juve, figuraccia Champions. Un addio che sa di fallimento

Il sottomarino giallo affonda la Juventus nell'ultimo quarto d'ora. Due rigori e uno svarione regalano i quarti di finale al Villarreal e alla Juventus una figuraccia che è la fotografia di una stagione sbagliata. Fuori dalle migliori otto della Champions per la terza volta di fila: i fischi sono il minimo. Il Villarreal dopo Lione e Porto certifica che la Signora non fa più parte della nobiltà europea. Tre squadre che per bilanci e investimenti non sono lontanamente paragonabili ai bianconeri, eppure capaci di sbattergli la porta in faccia e di allungare l'ossessione di coppa. Neanche il ritorno di Max Allegri, l'ultimo capace di superare lo scoglio ottavi prima di arenarsi con l'Ajax, ha sfatato il tabù iniziato con Cristiano Ronaldo. Il suo calcio speculativo, passivo con cui ha costruito la rimonta sul quarto posto in campionato, in Europa è bocciato. Se una diversità si vuole cogliere è che c'è un Vlahovic in più a dare speranza: al serbo bastano due partite per dimostrare di essere a casa sua in Champions.

Allegri aveva parlato di gara come una finale e forse è stato il primo errore. Partita a scacchi, sicuramente il ritmo e l'intensità non sono europei. Squadre esasperate tatticamente, la Juve che attacca con il 3-5-2. Il compito è far arrivare la palla sulla trequarti, poi tocca ai singoli. Vlahovic ingaggia un duello personale con Rulli che gli dice di no ripetutamente anche con una murata stile pallavolo e quando non lo fa lui ci pensa una traversa clamorosa sulla girata di sinistro del serbo. Il Villarreal punge di rimessa più con Estupinan, micidiale nei primi passi dell'uno contro uno, che Pino, il baby talento. L'unico brivido per Szczesny porta la firma di Lo Celso che mette fuori di un soffio dal limite dell'area.

L'Allianz Stadium quando si va all'intervallo è avvolto in una cappa di tensione per una partita che si conferma complicata come all'andata in Spagna. I segnali del primo tempo non sono il massimo perché non aver trovato il gol alimenta fantasmi. Nella ripresa la Juventus prova a prendere il comando delle operazioni, il Villarreal si rintana con una linea di due muri gialli, che la Juve aggira lentamente, trovando solamente conclusioni dalla distanza. Manca la giocata e quando si alza Dybala dalla panchina per lo stadio è la Joya l'uomo giusto. Ma l'episodio che decide la partita anticipa l'ingresso della Joya: Rugani interviene scomposto su Coquelin e Moreno trasforma dal dischetto con Szczesny che non si conferma pararigori. A undici minuti dalla fine i bianconeri sono fuori dall'Europa, non basta l'ingresso di Dybala.

Anche perché la Juventus affonda definitivamente quando un buco clamoroso su calcio d'angolo manda in gol Pau Torres e poi Danjuma realizza il tre a zero ancora su rigore. Una punizione troppo severa, ma che mette a nudo tutti i limiti di una squadra che ha pagato a caro prezzo l'errore nella gara d'andata sul gol del pareggio di Parejo e la grande emergenza. Allegri fa peggio di Sarri e Pirlo e questo aprirà riflessioni sul progetto. La quarta eliminazione di fila contro una squadra che appartiene al ceto medio del calcio europeo, il Villarreal è per la prima volta ai quarti, è una sentenza devastante sulla Juventus che pensa alla SuperLega. Fuori Cristiano Ronaldo, fuori la Signora, nessuno ha avuto ragione nella separazione.

Fischi per tutti.

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