Kakà rianima Seedorf. Ma la solita difesa fa ancora una frittata

Sul campo della Lazio il Milan dà segni di vita e inverte la tendenza negativa. Balotelli entra nella ripresa e il palo gli nega il gol vittoria

Kakà rianima Seedorf. Ma la solita difesa fa ancora una frittata

Arrestata la caduta pericolosa del Milan, puntellata in qualche modo la panchina traballante di Seedorf il cui futuro è sempre in discussione (il verdetto può arrivare da Firenze mercoledì notte). Frenata anche l'emorraggia difensiva: un solo gol subito, nella stagione, è una sorta di impresa epica se si tiene conto della sciagura Constant e di qualche incertezza del portiere Amelia. Dinanzi alla Lazio, che di questi tempi non è un rivale comodo da affrontare, ha raccolto il punticino che ha il valore simbolico del famoso brodino per un ammalato grave (4 sconfitte di fila, 3 in campionato, nuovo record negativo) e che consente di vivere qualche giorno, in ritiro, senza l'assillo di possibili ribaltoni. Dietro l'1 a 1 di ieri del Milan, non c'è granchè, specie dal punto di vista della fattura del gioco. Poca roba. Il golletto, deviazione di Konko su un cross laterale di Kakà, è figlio di un episodio favorevole. Da non dimenticare il palo centrato nella ripresa da Balotelli, come al solito dalla postazione preferita, fuori area cioè, in posizione di centro-destra dove può esaltare potenza e precisione oltre che eleganza nel calcio. Ma il comando della sfida è rimasto tutto nelle mani della Lazio, in gol con Gonzales, e poi incapace di far fruttare qualche tagliente contropiede.

Reja ha perso Klose dopo la rinuncia forzata a Marchetti, Seedorf invece ha deciso di lasciare Balotelli in panchina a meditare sul suo recente svogliato comportamento (venerdì si è allenato in modo discutibile e l'olandese ha deciso di lasciarlo in panchina) oltre che sull'uso eccessivo di tweet cui ha affidato un messaggio in inglese («non fidarti di nessuno» dedicata all'olandese) stampato su due mani intrecciate a forma di pistola. Fa notizia solo così questo giovanotto e non sembra mettere giudizio, purtroppo. Sono le uniche sorprese capaci di offrire qualche emozione a uno stadio ammutolito dalla contestazione (contro Lotito e Seedorf) perchè la prima frazione è di una noia mortale, scandita solo nel finale da un paio di episodi che hanno riscaldato il clima. Il gol tolto alla Lazio (colpo di testa dell'argentino Novaretti con Biava in evidente fuorigioco) corrisponde al dettato regolamentare, quello concesso da una deviazione involontaria di Konko al Milan (su cross di Kakà destinato forse a Pazzini) è il frutto del caso, un premio eccessivo alla fattura del gioco dei rossoneri. Qualche scintilla tra Amelia e Mexes (per il gol laziale annullato) e un paio di stoccate fuori bersaglio di Honda sono state le uniche annotazione di segno milanista. Neanche la Lazio è riuscita a fare molto meglio, in verità.

Sull'argine sinistro del Milan c'è una falla da cui tutta la difesa imbarca acqua: è accaduto col Parma (presente Emanuelson), si è ripetuto con la Lazio (reclutato Constant). Da quella parte Candreva ha preso a martellare nella seconda frazione fino a raggiungere il pareggio meritato con un cross deviato, come in un flipper, prima da Biglia e poi da Gonzales nell'angolo, imprendibile per Amelia. Stravagante, qualche minuto prima dell'1 a 1, la mossa di Seedorf che si è liberato di una pedina inutile, Honda, per richiamare alle armi Balotelli, schierato questa volta a destra con rendimento alterno, una sola palla lavorata come si deve, prima di mostrare il suo talento balistico (palo scolpito con una saetta di destro). Peccato che da quel tesoro non riesca a cavar fuori nient'altro di luccicante.

L'effetto tattico è opposto rispetto alle intenzione della panchina: invece di dare spessore agli attacchi milanisti, è capace di aprire qualche voragine di troppo. Candreva, il più attivo in campo laziale, con una paio di stoccate da fuori area può solo far rimpiangere la mira migliore.

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