K ean e Piatek. Non è poco. Anzi è tutto. Rispetto alla partita di andata, Juventus e Milan hanno rifatto la vetrina principale, nel senso dell'attacco. Il polacco ha preso il posto di Higuain di cui resta la memoria goffa di quel rigore maligno e dell'espulsione successiva. Il ragazzo bianconero è la pepita trovata nella miniera juventina, addirittura dimenticando l'assenza di Cristiano Ronaldo. Resta in sospeso, più nella testa dei tifosi e dei giornalisti, la prossima partita di Champions con l'Ajax, roba buona in tutti i sensi e che potrebbe rappresentare una specie di freno a mano nella prestazione odierna. Ma così non può essere, Allegri sa che proprio in campo si trovano stimoli e condizione, così come Gattuso che ha respinto le solite ombre grigiastre sulla sua panchina aggiungendo che la Juventus rappresenta l'avversario giusto, quasi ideale per scuotere l'ambiente rossonero smarritosi nel derby.
Juventus-Milan è nostalgia di belle époque prima che entrambi i club precipitassero in disastri giudiziari e finanziari. La storia è cambiata, sicuramente la Juventus ha consolidato il proprio nome, sta per vincere l'ottavo titolo consecutivo, roba che non è normale in qualunque parte del calcio continentale di livello; il Milan ha, finalmente, trovato la solidità societaria, dopo certi scherzi orientali. Ma, tornando alle due novità, ecco che Kean e Pjatek possono rappresentare la chiave del presente e del futuro, con caratteristiche diverse, anzi opposte, sempre che Allegri non voglia riportare in panchina il ragazzo per rilanciare Mandzukic reduce dal rinnovo contrattuale. Certo, frenare Kean sarebbe come destare dal sogno il popolo juventino che è sicuro di avere trovato il fenomeno predestinato ma a Torino preferiscono il prodotto, il risultato, alle favole della piazza.
Gattuso, invece, non fa scelte, deve rinunciare a due uomini di assoluto valore, Donnarumma e soprattutto Paquetà, il recupero di Kessie e quello di Suso non hanno uguale valore ma il Milan è il Milan, soprattutto oggi, anche se la sua cartella clinica non stimola speranze.
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