Dal Milan all'hockey su ghiaccio il passo è lunghissimo e per Vitali Kutuzov ci sono state anche Avellino e Sampdoria, Parma, Pisa e Bari. Soprattutto, la sua carriera da calciatore professionista si è chiusa in anticipo per la squalifica a 3 anni e 6 mesi per il calcioscommesse, la condanna è arrivata per illecito sportivo nel 3-2 della Salernitana sul suo Bari, il 23 maggio 2009. All'epoca il bielorusso vinse il campionato di serie B con Conte in panchina, era un'ala tornante molto veloce, si diceva una volta. Da settembre invece gioca per passione nella serie C di hockey con il Sesto San Giovanni, nell'hinterland milanese.
«Siamo a metà classifica - racconta il dirigente Moris Brambilla -, la stagione dura sino al 6 aprile. Chi vince il girone si batterà con la migliore del Triveneto. Vitali è uno dei 6 portieri in rosa». Qui nessuno viene pagato, anzi tutti sborsano qualcosa per coltivare il proprio hobby: «Anche lui copre la sua quota, 200 euro l'anno».
Kutuzov neanche fa ricorso contro lo stop comminato dalla giustizia sportiva, però sottolinea che «quel Bari non ha fatto male a nessuno: rifarei tutto, non potevo esimermi, è il mondo del calcio che permette di fare certe cose. Chi mi sta vicino sa come sono veramente». Nella sua nuova parabola da sportivo fa il goalie, cioè si piazza fra i pali per opporsi a quel disco che sulla pista prende velocità. Sul prato segnò 39 reti in un decennio di calcio italiano e 13 con la Bielorussia. «Con il calcio si è rovinato i piedi - rivela Brambilla -, non riesce a indossare i pattini per giocare fuori, mentre quelli da portiere sono più piatti e allora non gli danno fastidio».
Nel 2006 fu escluso dal ritiro della nazionale perché aveva bevuto un po' troppo ma venne perdonato in fretta.
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