L'Honda del Sol levante per sollevare il Milan

La novità per Milano e per la serie A. Simbolo del Giappone che ha fatto strada in Europa. Uomo multiuso col vizio del gol

L'Honda del Sol levante per sollevare il Milan

Dalla vittoria della B olandese alla maglia da titolare al Mondiale 2010, dal premio di miglior giocatore della Coppa d'Asia 2011 alla conquista del titolo russo. E oggi l'approdo nella Serie A con il Milan. Quella del giapponese Keisuke Honda è un'ascesa costante che sarebbe stata impensabile vent'anni fa, quando in Europa si importava dal Sol Levante esclusivamente per ragioni di marketing (vedi il caso di Kazu Miura al Genoa). Poi è arrivato Nakata e ci si è accorti del Giappone anche dal punto di vista tecnico. Oggi, con oltre 20 giocatori nipponici sparsi nei principali campionati europei, il cerchio si è chiuso. Il giocatore simbolo di questo movimento è proprio Honda, il primo a segnare nella fase finale della Champions League e a raggiungere i quarti. Come lui nessuno mai, nemmeno il citato Nakata, al quale Honda si è sostituito nel cuore dei tifosi giapponesi. Più pop-star il primo, focalizzato solo sulla sua carriera in campo il secondo.

Come tutti i suoi connazionali, anche Honda ha dovuto lottare contro lo scetticismo al momento del suo arrivo in Europa. Sbarcato all'età di 21 anni a Venlo, cittadina fiamminga che ospita il carnevale più colorato e festoso di tutta l'Olanda, venne accolto da una maschera raffigurante un calciatore giapponese coperto di yen da capo a piedi. Non lo aiutava certo il cognome, che faceva ipotizzare legami di parentela (in realtà inesistenti) con qualche boss della nota casa automobilistica. Honda però ha stupito tutti, rimanendo al Vvv nonostante la retrocessione del primo anno (una clausola nel contratto gli consentiva di tornare al suo vecchio club, il Nagoya Grampus Eight), riportandolo in

A la stagione successiva a suon di gol (17, suo primato personale) e imponendosi come giocatore multi-ruolo capace di giocare da interno, trequartista o anche punta. In quest'ultima posizione ha fatto faville al Mondiale 2010, schierato da falso nove e autore di 2 gol. L'arrivo di Zaccheroni sulla panchina del Giappone lo ha arretrato di qualche metro, e da numero 10 puro ha condotto i Samurai alla vittoria della Coppa d'Asia 2011. Attualmente Honda, con 20 gol in 52 partite, è il decimo marcatore di sempre della nazionale giapponese.

Originario di Settsu, città della prefettura di Osaka, Honda arriva a Milano (non senza qualche scetticismo, al quale del resto è da tempo abituato) dopo quattro stagioni nel Cska Mosca, con cui ha vinto il campionato nel 2011.

Lo scorso luglio una sua doppietta allo Zenit di Spalletti ha regalato ai moscoviti la supercoppa russa. Esperienza internazionale, tecnica (i calci piazzati sono uno dei suoi punti di forza), duttilità e personalità: al Milan può stupire.

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