Una notte per continuare a sognare. Una notte a Verona per convincersi che sì, l'Inter può stare davvero là davanti e può restare fino alla fine a battagliare per i traguardi che contano, scudetto o Champions fa poca differenza. Una notte difficile, in cui l'Inter non è per nulla pazza ma ragioniera e concreta: passa in vantaggio, viene ripresa, soffre un po' ma alla fine porta a casa la vittoria. Un 2 a 1 che vale tre punti d'oro che significano record. Dal 94-95, primo campionato con i tre punti a vittoria, mai dopo 11 turni era arrivata a quota 29 punti. Mourinho nell'anno del triplete arrivò a 28, Simoni, Mancini e Stramaccioni a quota 27. Mica male per Spalletti che appena arrivato all'Inter ha subito trovato la formula giusta per far volare la squadra. C'è tanto di suo nei nerazzurri secondi dietro al Napoli.
Il tecnico non cambia niente. Zero turn over, per la quarta partita consecutiva la stessa formazione e spazio a chi finora ha fatto tanto bene. Vantaggio agrodolce riservato solo a chi non ha impegni nelle coppe europee. Brozovic, recuperato, va in panchina, Vecino, Gagliardini e Borja Valero a fare gioco con Candreva e Perisic che supportano in avanti Icardi. Pecchia fa invece un cambio pesante: fuori per l'ennesima volta Giampaolo Pazzini e spazio al giovanissimo Kean, in avanti insieme a Cerci e Verde.
Il copione della gara sembra chiaro sin da subito: Inter a fare la partita tentando possesso palla e tagli offensivi e Verona chiuso nella propria metà campo ma pronto a ripartire, anche con pericolosità, con contropiedi affidati ai propri velocisti. L'Inter soffre forse più del dovuto. Perisic non è in serata, Icardi un po' troppo isolato. Il solo Candreva dà fantasia in avanti e il Verona, partito timido, prende coraggio e si fa vedere un paio di volte dalle parti di Handanovic. Ma le grandi squadre hanno i grandi giocatori, quelli che sono in grado di prendere per mano gli altri nei momenti di difficoltà. È il minuto 36 quando Candreva crossa alla perfezione per il taglio di Borja Valero che facile facile mette in porta l'1 a 0. Inter in vantaggio e partita in discesa? Neanche a parlarne.
In avvio di ripresa infatti è il Verona a mostrarsi più vivo. Prima Cerci sfiora l'incrocio con un sinistro da fuori area, poi lo stesso Cerci sfrutta l'indecisione di Handanovic che lo stende in area. Dopo la classica pausa Var, Gavillucci indica il dischetto. Pazzini entra, tira. Freddo come il ghiaccio segna, un po' folle ma sicuro la butta dentro spiazzando Handanovic. 1 a 1, tutto da rifare. Ma il pari dura solo 8 minuti. Basta un episodio e l'Inter si riprende il vantaggio: angolo di Candreva, respinta corta della difesa gialloblù e bolide di Perisic, fin qui assente ingiustificato, che butta giù la porta.
Non basta per chiudere il discorso. Perché il Verona non molla di un centimetro, cambia atteggiamento e mette pressione alla difesa di Spalletti che un po' soffre, anche se le occasioni non sono poi clamorose.
Quello che conta per l'Inter è solamente il risultato. «Destinazione vincere» aveva detto Spalletti alla vigilia e così è stato. L'Inter c'è, l'Inter vince anche quando non è pazza. E se mantiene anche questo pragmatismo può davvero arrivare fino in fondo.
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